Invece di allacciarsi alla rete gas optare per le pompe di calore geotermiche

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Potrebbe essere la soluzione da adottare in una contea dello Stato di New York che ha emesso una moratoria di allaccio delle abitazioni alla rete del gas. Quali risparmi per gli utenti e benefici per il clima?

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Nello stato di New York i decisori pubblici si stanno chiedendo quale dovrà essere il futuro del riscaldamento e del raffrescamento dei cittadini.

Si dovrà allungare la vita delle vecchie reti del gas o pensare a qualche alternativa più sostenibile ecoonomicamente e ambientalmente?

Come spiegano gli autori di un articolo appena pubblicato su GTM, che a vario titolo si occupano di pompe di calore geotermiche, ovviamente non ci sono dubbi. E lo chiariscono partendo di una legge statale che stabilisce importanti limiti di riduzione di gas serra, che peraltro vuole contribuire a rendere le emissioni nette uguale a zero dello Stato entro il 2050.

Poi citano una moratoria della Contea di Westchester che non consente più nessun allacciamento della rete gas alle abitazioni. Il timore dei cittadini è però di trovarsi a gestire un’alternativa più costosa per riscaldare e raffrescare le loro abitazioni.

Ma la soluzione delle pompe di calore geotermiche (pdc geotermiche) sembrerebbe la più semplice, conveniente ed efficiente, anche in termini di manutenzione (vedi anche QualEnergia.it).

Si tratta di impianti che estraggono calore dal sottosuolo, da pozzi profondi 80-150 metri, sul cui fondo le temperature restano costanti tutto l’anno intorno ai 15°C, ottimali per riscaldare o raffrescare le case: in inverno la pompa estrae il calore dal terreno e lo invia in casa; e in estate, estrae aria più fredda per raffrescare gli ambienti.

Vengono evidenziate alcune differenze rispetto al gas. Partiamo dalle abitazioni di nuova costruzione. In questo caso si dovrebbero realizzare nuovi gasdotti e condotture. Con l’installazione delle pompe di calore al posto di reti gas per i proprietari ci sarebbe invece subito un risparmio di 1.500 dollari e centinaia di dollari da pagare in meno ogni anno come costi operativi o di rete sulla bolletta.

L’unità geotermica installata poi prevede che non si acquisti separatamente un condizionatore o uno scaldabagno, visto che già è incluso nel sistema.

I benefici economici con questa alternativa ci sarebbero anche considerando che i costi sui consumi di gas sono ampiamente sovvenzionati negli Stati Uniti.

Poi c’è il beneficio ambientale: nel 2017, le emissioni di CO2 derivanti dall’uso di gas naturale negli edifici dello Stato di New York risultavano pari al 41% del limite fissato al 2030 e del 144% di quello per il 2050 (17.639.988 tCO2e); i dati per il 2019 sono stimati in rialzo visto il notevole utilizzo di gas.

Per raggiungere il target dello Stato di essere carbon neutral entro il 2050, passare dal gas alle pompe di calore, a detta degli autori, sembrerebbe una condizione necessaria, anche di fronte al fatto che già oggi le emissioni di gas sono superiori a quei limiti indicati per metà secolo, emissioni che non verrebbero compensate nemmeno da una forte riduzione dei consumi elettrici e/o di petrolio.

Alcuni calcoli, che dovremmo sicuramente valutare anche per il nostro paese, dimostrerebbero che i costi per ciascuna persona allacciata alla rete gas risultano sempre superiori a quelli relativi ad un suo eventuale passaggio ad un sistema di climatizzazione con pompa di calore geotermica.

Come detto, questa tecnologia ha il vantaggio di non richiedere il rinnovo o l’estensione delle infrastrutture per il gas. E poi c’è un altro vantaggio da non trascurare: si evitano i rischi di esplosioni spesso legate all’utilizzo del gas.

Quello che chiedono alla politica i promotori di questa alternativa tecnologica è di estendere la moratoria di Westchester a tutto lo Stato di New York per indirizzarsi su altre opzioni come le pdc e iniziare così a tagliare i costi degli utenti, centrando al tempo stesso gli obiettivi statali sulle emissioni.

Passando all’Italia, secondo Tommaso Mascetti, geologo e consigliere e coordinatore della Commissione Geotermia del Consiglio Nazionale dei Geologi, le pompe di calore geotermiche potrebbero coprire il 50% dei consumi energetici italiani.

L80% della spesa per l’energia da noi – spiega – è legata alla climatizzazione di case e luoghi di lavoro, sotto forma di elettricità e combustibili. Una diffusione capillare, ma ragionevole, delle pompe di calore, sia geotermiche che aria-acqua, potrebbe tagliare drasticamente queste spese, fino al loro dimezzamento”.

Ricordiamo poi che gli impianti a pompa di calore geotermica sono adattabili a qualsiasi tipo di edificio: abitazioni civili, uffici, edifici commerciali, hotel, scuole, piscine, capannoni, e si integrano facilmente con le altre rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, biomasse).

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