Il Green Deal europeo rischia di finanziare il carbone, anche dopo il 2030

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La nuova analisi di Ember. Due terzi del Just Transition Fund andranno a sette paesi che non hanno piani per eliminare il carbone in tempi rapidi.

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C’è troppo carbone (e troppo gas) nei piani nazionali su energia e clima al 2030 di parecchi paesi europei.

Con il rischio di spendere in fonti fossili una buona fetta del Just Transition Fund, il nuovo fondo Ue incentrato sul Green Deal che, invece, dovrebbe aiutare i paesi ad abbandonare i combustibili più inquinanti, in nome di una transizione equa e sostenibile per tutti. A evidenziarlo una recente analisi di Ember, think-tank indipendente specializzato nelle ricerche sul clima.

Nello studio Just Transition or Just Talk? (allegato in basso), infatti, si spiega che ben sette paesi, sui 18 che oggi utilizzano carbone per produrre energia elettrica, continueranno a usare carbone anche dopo il 2030.

In questo gruppo figura la Germania oltre al blocco di nazioni dell’est: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Polonia, Slovenia.

E altri quattro paesi, tra cui l’Italia, hanno pianificato di uscire totalmente dal carbone entro il 2030, ma convertendo una parte rilevante degli impianti a carbone in nuove unità a gas e perpetrando così un mix energetico a dominanza fossile (vedi anche qui).

Altri sette paesi, precisa Ember, hanno deciso di eliminare il carbone al 2030 senza rimpiazzarlo in modo significativo con nuovo gas: Danimarca, Finlandia, Francia, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Spagna.

In sostanza, scrivono gli analisti, dopo il 2030 in sette paesi rimarranno presumibilmente in funzione 52 GW di centrali a carbone, quasi tutte (90% circa della potenza totale) in Polonia, Germania e Repubblica Ceca, come riassume il grafico seguente, tratto dallo studio.

Mentre l’Italia, come mostra il prossimo grafico, almeno fino al 2027-2028 vedrà aumentare la quota di generazione elettrica del gas, rispetto alla media di 132 TWh nel periodo di riferimento (baseline) del 2016-2018, proprio a causa del passaggio da carbone a gas.

Inoltre, sottolinea Ember, ben due terzi dei finanziamenti del Just Transition Fund sono destinati a quei paesi che prevedono di usare molti GW di carbone dopo il 2030 e che, in alcuni casi (Bulgaria e Polonia soprattutto), puntano a espandere notevolmente la loro capacità installata nel gas.

E oltre il 10% dei fondi andrà ai quattro paesi – Italia con Irlanda, Ungheria e Grecia – che intendono eliminare il carbone al 2030 sostituendolo però in massima parte con il gas.

Insomma non è chiaro, affermano gli analisti di Ember, come il Just Transition Fund potrà effettivamente supportare la transizione da fossili a rinnovabili di molti paesi carboniferi o gas-dipendenti.

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