Iea, l’aumento della domanda elettrica terrà bollette ed emissioni a livelli record per altri 3 anni

Le previsioni del nuovo Electricity Market Report dell’Agenzia internazionale dell’energia.

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Senza un cambiamento strutturale più rapido nel settore elettrico, il forte aumento della domanda potrebbe mantenere i prezzi delle bollette, la volatilità dei mercati e le emissioni nocive a livelli record per i prossimi tre anni.

Lo ha indicato un nuovo rapporto appena pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA, International Energy Agency).

Spinto dalla rapida ripresa economica e da condizioni meteorologiche più estreme rispetto al 2020, l’aumento del 6% della domanda globale di elettricità dello scorso anno è stato il maggiore in termini percentuali dal 2010, quando il mondo si stava riprendendo dalla crisi finanziaria globale.

E, in termini assoluti, la crescita dei consumi elettrici dell’anno scorso, pari a oltre 1.500 TWh, è stata la più consistente di sempre, secondo l’ultima edizione semestrale dell’Electricity Market Report, consultabile dal link in fondo a questo aticolo.

Il forte aumento della domanda ha superato la capacità delle fonti elettriche di soddisfarla in alcuni importanti mercati.

Le carenze di gas naturale, carbone e rinnovabili hanno alimentato la volatilità dei prezzi, con effetti negativi su produttori di energia, rivenditori e utenti finali, soprattutto in Europa, Cina e India, con queste due ultime aree che hanno sofferto frequenti interruzioni delle erogazioni, ricorda la IEA.

“Le brusche impennate dei prezzi dell’elettricità negli ultimi tempi hanno causato difficoltà a molte famiglie e imprese in tutto il mondo e rischiano di diventare un motore di tensioni sociali e politiche“, ha detto il direttore esecutivo dell’Agenzia Fatih Birol. “I responsabili politici dovrebbero agire ora per attenuare l’impatto sui più vulnerabili e per affrontare le cause sottostanti”, ha aggiunto.

Sono necessari maggiori e più rapidi investimenti in tecnologie energetiche a basse emissioni (tra le quali la IEA cita rinnovabili, efficienza energetica e nucleare), insieme a un’espansione di reti elettriche robuste e intelligenti, se vogliamo uscire dalle difficoltà di oggi, spiega Birol.

L’indice dei prezzi della IEA per i principali mercati all’ingrosso dell’elettricità è quasi raddoppiato rispetto al 2020 ed è aumentato del 64% rispetto alla media 2016-2020.

In Europa, i prezzi medi dell’elettricità all’ingrosso nel quarto trimestre del 2021 sono stati più del quadruplo della media 2015-2020. Ci sono stati forti aumenti di prezzo anche in Giappone e in India, mentre i rincari sono stati più moderati negli Stati Uniti, che producono gas entro i propri confini e dove le forniture sono state meno strozzate.

L’elettricità da rinnovabili è cresciuta del 6% nel 2021, ma non è stata sufficiente per tenere il passo galoppante della la domanda.

Nonostante gli impegni internazionali sulla decarbonizzazione, la generazione da carbone è cresciuta del 9% l’anno scorso – più di qualsiasi altra fonte – soddisfando più della metà dell’aumento della domanda e raggiungendo un nuovo picco storico. Gli alti prezzi del gas metano, infatti, hanno reso più conveniente la più sporca delle fonti fossili e favorito un passaggio dal gas al carbone.

La generazione a gas è cresciuta del 2%, mentre il nucleare è aumentato del 3,5%, raggiungendo quasi i livelli pre-pandemia del 2019.

In totale, le emissioni di CO2 dalla generazione elettrica sono aumentate del 7%, raggiungendo anche in questo caso un massimo storico, dopo essere diminuite nei due anni precedenti.

“Le emissioni dall’elettricità devono diminuire del 55% entro il 2030 per soddisfare il nostro scenario di emissioni nette zero entro il 2050, ma in assenza di importanti azioni politiche da parte dei governi, tali emissioni sono destinate a rimanere intorno allo stesso livello per i prossimi tre anni”, ha sottolineato Birol.

“Non solo questo evidenzia quanto siamo attualmente lontani da un percorso verso emissioni nette zero entro il 2050, ma evidenzia anche i massicci cambiamenti necessari al settore dell’elettricità per adempiere al suo ruolo critico nella decarbonizzazione del sistema energetico complessivo”, ha aggiunto.

Per il periodo 2022-2024, il rapporto prevede che la domanda di elettricità crescerà in media del 2,7% l’anno, anche se la pandemia e gli alti prezzi dell’energia rappresentano fattori di incertezza per questa prospettiva.

Le rinnovabili sono destinate a crescere dell’8% l’anno in media, soddisfando oltre il 90% della crescita netta della domanda nel periodo. La generazione da nucleare dovrebbe invece aumentare dell’1% l’anno nello stesso periodo, secondo la IEA.

La produzione da fossili dovrebbe ristagnare nei prossimi anni, con la generazione a carbone vista in leggero calo a causa delle dismissioni previste, del declino della competitività negli Stati Uniti e in Europa, e anche in conseguenza delle significative aggiunte di rinnovabili.

Tali dinamiche in Europa e Stati Uniti dovrebbero però essere controbilanciate dalla crescita della generazione fossile in mercati come Cina e India. La generazione a gas è vista in crescita di circa l’1% l’anno nel periodo.

Italia

Il consumo di elettricità in Italia è diminuito di circa il 5% su base annua nel 2020 sulla scia delle chiusure dovute alla pandemia e la IEA stima che nel 2021 la domanda sia aumentata di oltre il 5%, tornando vicino ai livelli del 2019 (i dati Terna, aggiornati a fine novembre, mostrano un incremento del 5,6% sugli stessi 11 mesi dell’anno precedente).

La crescita della domanda italiana di elettricità è stata in gran parte guidata dalla ripresa economica e dall’aumento del fabbisogno di riscaldamento a causa di temperature primaverili più fredde del solito, ricorda l’Agenzia.

Ma la forte ripresa dei consumi nel 2021 ha coinciso con una incremento limitato della generazione di elettricità da rinnovabile, in aumento solo dell’1%, lasciando ancora molto spazio alla generazione termoelettrica e alle importazioni, ha notato la IEA.

Nella prima metà dell’anno scorso, infatti, la generazione a gas è aumentata di quasi il 10%, mentre la produzione di energia a carbone è crollata di oltre il 20% rispetto all’anno precedente.

L’impennata dei prezzi del gas nella seconda metà dell’anno in Europa ha portato al passaggio dal gas al carbone, con le centrali a carbone che hanno aumentato la loro produzione del 3%, mentre la crescita della generazione basata sul gas è rallentata al 5% su base annua, ha indicato la IEA.

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