Gas, la Russia chiude i rubinetti e l’Ue prepara contromosse

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I leader dell'Ue discuteranno oggi la creazione di una nuova "riserva strategica di gas" in un summit in Slovenia.

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Il gigante russo del gas Gazprom ha ridotto del 70% le forniture all’Europa attraverso la Bielorussia a cavallo fra settembre e ottobre, contribuendo all’impennata dei prezzi e inducendo i ministri delle finanze di Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Romania a chiedere all’unisono all’Europa di sviluppare dei meccanismi per “reagire immediatamente al drammatico rincaro delle quotazioni“.

Le esportazioni di gas metano verso l’Ue attraverso la Bielorussia sono scese infatti da 112 milioni di metri cubi (mcm) il 26 settembre a soli 30 mcm il 3 ottobre, secondo gli ultimi dati di Gazprom.

Ma non sono queste le uniche strozzature: le consegne direttamente dalla Russia e attraverso la Bielorussia alla vicina Ucraina sono scese da circa 110 mcm a 85 mcm nello stesso periodo, mentre le forniture attraverso l’oleodotto Yamal, che va dalla Russia alla Polonia attraverso la Bielorussia, sono diminuite della metà la scorsa settimana.

Tali ulteriori contrazioni nell’offerta di gas giungono sulla scia di una stretta globale nei mercati, che hanno visto i prezzi all’ingrosso al TTF olandese, il principale mercato globale per lo scambio di contratti future sul gas, salire a 113 euro per MWh – un rincaro del 100% in meno di un mese.

Da parte loro, i dirigenti di Gazprom, come il numero due dell’azienda, Vitaly Markelov, e il direttore delle esportazioni, Sergey Komlev, si sono espressi in termini rassicuranti.

Le esportazioni di Gazprom in Europa nel 2021 “continueranno a rimanere alte“, ha detto Markelov ieri al Forum internazionale del gas di San Pietroburgo, secondo l’agenzia di stampa russa Tass. “Le accuse che Gazprom non stia fornendo gas all’Europa sono assurde“, ha aggiunto Komlev alla stessa Tass, mentre il Cremlino ha assicurato che Gazprom è pronta a pompare più gas se necessario.

Ma i ministri delle finanze europei dei paesi menzionati non sembrano molto soddisfatti delle rassicurazioni russe e hanno sollecitato un’indagine sul mercato del gas e una revisione dei mercati dell’energia, auspicando inoltre che l’Ue cominci a coordinare gli acquisti per “aumentare il nostro potere contrattuale”.

Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Romania hanno chiesto in particolare:

  • Un approccio comune europeo e un kit di strumenti per rispondere al caro-gas.
  • Un’indagine per capire perché gli attuali contratti del gas sono stati insufficienti.
  • Una riforma del mercato all’ingrosso dell’elettricità.
  • Indipendenza energetica e diversificazione delle fonti.
  • Un prezzo del carbonio più prevedibile e meno volatile.

La Commissione europea, da parte sua, sta ora esaminando i reclami dei paesi membri e indicherà la prossima settimana una serie di azioni che i governi nazionali possono intraprendere per alleviare l’impatto di prezzi così elevati, con l’obiettivo che eventuali misure di emergenza siano in linea con la leggi europee e non compromettano il passaggio all’energia rinnovabile.

“Stiamo esaminando questo reclamo, insieme al vicepresidente esecutivo Vestager, che è responsabile delle regole della concorrenza, perché è ovviamente una questione molto seria“, ha detto a Reuters il commissario europeo per l’energia Kadri Simson, riferendosi al capo dell’antitrust dell’UE Margrethe Vestager.

“La nostra valutazione iniziale suggerisce che la Russia stia rispettando i suoi contratti a lungo termine“, ha precisato Simson durante una conferenza stampa.

Nord Stream 2

La Russia, intanto, ha recentemente completato un nuovo gasdotto verso la Germania, il Nord Stream 2, attraverso il quale dice che potrebbe pompare altri 5,6 miliardi di metri cubi di metano verso l’Ue già quest’anno, se iniziasse immediatamente.

Mosca sta aspettando l’approvazione normativa europea del Nord Stream 2 per iniziare a pompare gas verso la Germania. Alcuni critici sostengono che la stretta del gas russo verso l’Europa sia un modo di fare pressione sull’Ue per accelerare l’approvazione del progetto, come sostenuto per esempio da Olha Stefanishyna, vice primo ministro dell’Ucraina, secondo cui il calo delle forniture di gas della Russia verso l’Ue è una forma di ricatto politico sull’approvazione del Nord Stream 2.

Materia del contendere con l’Europa circa l’approvazione del progetto è che la Russia vuole gestire il gasdotto come un suo monopolio privato. Rispetto a ciò, il regolatore tedesco, la Bundesnetzagentur, ha indicato martedì che Gazprom potrebbe essere multata se iniziasse a pompare gas metano prima di conformarsi alle leggi europee circa l'”accesso non discriminatorio alla rete” per i concorrenti.

Intanto, oltre a pesare sulla crescita economica europea, i rincari pongono anche il rischio di contraccolpi sociali e politici per i piani di decarbonizzazione, se passasse il messaggio che le energie rinnovabili non sono in grado di sostituire efficacemente il gas metano, in una fase in cui gli stessi paesi europei e le stesse istituzioni europee non sembrano perfettamente allineati sulla possibilità e opportunità di importare più gas dalla Russia.

Se, infatti, secondo il commissario europeo per l’energia, Kadri Simson, la Russia sembra al momento rispettare i contratti a lungo termine per le forniture di gas metano, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto ai giornalisti che le basse forniture dalla Russia sono una causa chiave dei prezzi elevati.

“Siamo molto grati che la Norvegia stia aumentando la sua produzione, ma questo non sembra essere il caso della Russia”, ha detto von der Leyen.

Nel frattempo, i leader dell’Ue discuteranno oggi la creazione di una nuova “riserva strategica di gas” in un summit in Slovenia, che doveva essere dedicato ai Balcani occidentali.

Possibili disallineamenti momentanei a parte, nel lungo termine, sia von der Leyen che Simson hanno detto chiaramente che l’Ue deve guardare alle fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dai fornitori di combustibili fossili.

“Le energie rinnovabili sono buone. Saremo indipendenti”, ha detto von der Leyen. “In definitiva, la soluzione è la stessa, sia che si tratti di prezzi, di sicurezza dell’approvvigionamento o di clima: aumentare l’energia locale, accessibile e rinnovabile è la strada da seguire”, ha detto Simson a Reuters.

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