Fotovoltaico galleggiante, potenzialità per diversi GW nel sud est asiatico

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Nel 2024 dovrebbero essere completati impianti floating PV per circa 300 MW nella regione, che offre ampia disponibilità di laghi e bacini idrici su cui installare i pannelli flottanti. Le stime di Rystad Energy.

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Il fotovoltaico galleggiante ha enormi potenzialità di crescita nel sud est asiatico e potrebbe avere un ruolo di spicco nell’espansione delle rinnovabili in quelle aree.

Ci sono diversi GW di possibili progetti in pipeline in Paesi come Filippine, Indonesia e Tailandia, con alcune centinaia di MW che dovrebbero entrare in funzione già nel 2024.

Lo spiega la società di consulenza globale Rystad Energy, in una recente analisi sulle prospettive del mercato del floating PV (FPV) in Asia sudorientale.

Ora ci sono circa 500 MW di impianti solari galleggianti operativi nella regione, con 300 MW di nuove installazioni previste quest’anno.

Le potenzialità sono tante perché il sud est asiatico offre molti vantaggi per questa tecnologia, in particolare l’ampia disponibilità di specchi d’acqua naturali e artificiali (lagune, bacini idroelettrici e per l’irrigazione dei campi).

Spesso poi manca spazio adeguato per realizzare grandi impianti fotovoltaici a terra, perché vaste zone sono coperte dalla foresta pluviale o sono dedicate alle attività agricole e si potrebbe quindi creare una competizione tra differenti usi del suolo, con il rischio di aumentare la deforestazione e impoverire la biodiversità.

Proprio nel sud est asiatico, in Indonesia, c’è uno dei progetti FPV più grandi al mondo al momento, il Cirata Floating PV da 145 MW nell’isola di Giava. Commissionato a novembre 2023, fa capo all’utility statale Perusahaan Listrik Negara e a Masdar, la società degli Emirati specializzata nelle energie rinnovabili.

Il fotovoltaico galleggiante, afferma l’analista di Rystad Jun Yee Chew, potrebbe essere un punto di svolta per le rinnovabili nel sud est asiatico, “massimizzando le sue abbondanti risorse solari e superando la limitata disponibilità di terra”.

Il design modulare degli impianti, infatti, “consente l’integrazione con le dighe esistenti e apre enormi opportunità per nazioni ricche di energia idroelettrica come Laos, Tailandia e Indonesia. Inoltre, poiché i diritti fondiari rappresentano un importante deterrente per gli sviluppatori solari nel sud est asiatico, poiché gran parte della terra viene utilizzata per l’agricoltura, il fotovoltaico galleggiante fornisce una soluzione per la coesistenza di parchi solari e agricoltura”.

Si prevede che Indonesia, Filippine e Tailandia guideranno gli investimenti asiatici verso il solare galleggiante nei prossimi anni, sottolinea Rystad.

Essendo un arcipelago, le Filippine hanno molti grandi laghi interni adatti dove realizzare gli impianti, come Laguna Lake, dove ci sono piani per quasi 3 GW complessivi di capacità.

La società delle rinnovabili Acen (gruppo Ayala), con sede nelle Filippine, è destinata secondo gli analisti a diventare il principale sviluppatore di iniziative FPV nel sud est asiatico entro la fine di questo decennio.

L’azienda sta lavorando per commissionare un progetto da 1 GW a Laguna Lake, insieme a un progetto da 200 MW nella provincia filippina di Rizal.

Anche la società filippina SunAsia e Blueleaf Energy, con sede a Singapore, costruiranno un parco FV galleggiante di grandi dimensioni (circa 1 GW) a Laguna Lake, insieme a progetti in altre località delle Filippine.

L’uso estensivo dell’energia idroelettrica da parte dell’Indonesia, si osserva infine, è complementare alla sua ambizione di aumentare la capacità installata nel fotovoltaico. Il paese, in particolare, ha all’orizzonte un progetto FPV da 1,8 GW presso il bacino idrico di Duriangkang a Batam, guidato da EDP Renewables.

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