Nel 2023 la fattura energetica italiana si è attestata a circa 66,5 miliardi di euro.
La fattura energetica espressa in dati monetari indica il valore delle importazioni e delle esportazioni di varie fonti energetiche, tra cui gas naturale, petrolio, carbone ed elettricità.
Rispetto al record storico di 114,4 miliardi del 2022, anno del tutto anomalo, è scesa di oltre 47,8 miliardi (-42%). Nel grafico e nella tabella l’andamento della fattura energetica italiana dal 2010 (fonte: Unem).
Come si può notare meglio dalla tabella, circa l’84% del minore esborso sulla bilancia commerciale energetica è stato determinato in particolare dal dimezzamento di incidenza di gas ed elettricità: la spesa per gli approvvigionamenti netti dall’estero di gas, pari a 28,3 miliardi di euro, in calo di 33,7 miliardi (-54%), e per le importazioni elettriche, pari a 6,1 mld €, in calo di 6,4 miliardi (-51%).
Anche nel 2023 si tratta di un’ingente spesa nonostante la significativa riduzione sul 2022, anno segnato dalla crisi seguita al conflitto in Ucraina, che è legata alle condizioni climatiche favorevoli e alle quotazioni in forte calo, oltre che da una più elevata produzione di rinnovabili elettriche.
Nel 2023 la quota di rinnovabili sulla produzione nazionale è stata del 43,8% rispetto al 35,5% del 2022 (15 TWh generate da rinnovabili in più).
I consumi di gas nel 2023 sono invece diminuiti del 10,1% sul 2022: la domanda è stata di 61,5 mld mc, il dato più basso da oltre due decenni, anche per la forte contrazione dei consumi industriali.
Va anche considerato poi il rafforzamento dell’euro sul dollaro che ha accentuato la riduzione delle quotazioni delle varie fonti.
Il peso sul Pil della fattura energetica nel 2023 è sceso al 3,2% contro il 5,8% del 2022.
In generale i consumi italiani di energia primaria nel 2023 sono stati stimati pari a circa 157 Mtep, in riduzione del 2,5% rispetto al 2022. Si tratta del dato minimo dal 1987 (con l’eccezione del 2020): circa 10 Mtep in meno rispetto alla media degli ultimi 10 anni (-6%).
Vista la concomitante, seppur modesta, crescita dell’economia (+0,7%), per il secondo anno consecutivo si è dunque ridotta in una misura significativa l’intensità energetica dell’economia (-3%).
La fattura petrolifera
Per quanto concerne nello specifico la fattura petrolifera nel 2023 si è attestata a 28,1 miliardi di euro, in calo di 4,4 miliardi rispetto al 2022 (-14%), anche per i minori consumi interni (-1,4%).
Per quanto riguarda i costi del greggio, si consideri che quello medio è stato pari a 587,8 euro per tonnellata contro i 702,6 € del 2022 (-16,3%).
Il peso sul Pil della fattura petrolifera nel 2023, sui cui ovviamente incide soprattutto il settore dei trasporti, è stato dell’1,3% rispetto all’1,7% del 2022.
Trend per il 2024
Secondo l’ultima analisi trimestrale Enea (Analisi trimestrale 2024 – I trimestre), la bilancia commerciale energetica in termini monetari continua ad avere comunque un deficit significativo dovuto alle ancora elevate importazioni di gas, petrolio ed elettricità, solo parzialmente compensato dall’export di elettricità e prodotti petroliferi.
La riduzione delle importazioni di gas naturale e carbone ha contribuito a migliorare il saldo complessivo, ma i prezzi elevati dell’energia hanno mantenuto il deficit su livelli che sono storicamente elevati.
Il valore delle importazioni di gas naturale dovrebbe continuare a diminuire, contribuendo ulteriormente a ridurre il disavanzo, sebbene in questi giorni il prezzo si è alzato fino a toccare i 40 €/MWh, dai 32 euro registrati in media nel primo semestre.
Per il 2024 le tendenze indicate per il primo trimestre suggeriscono un miglioramento della bilancia commerciale energetica, con una riduzione delle importazioni di energia fossile e un aumento della produzione interna da fonti rinnovabili, ma già possiamo anticipare che su questo versante bisognerà fare molto di più a partire dal prossimo biennio.