Potrebbe sorgere al largo della costa del Molise il più importante parco eolico offshore in Italia in termini di capacità installata: complessivamente 1,05 GW divisi su 70 turbine da 15 MW, tra 21,7 e 40 km di distanza dal litorale.
La Maverick Srl, controllata dalla Green Bridge, ha infatti presentato il progetto definitivo relativo al parco “Eolico Offshore Molise”, rivisto rispetto alla sua versione iniziale che prevedeva anche la creazione di un impianto di produzione di idrogeno verde da 800MWE di potenza nella zona industriale del comune di Termoli.
Secondo il cronoprogramma del progetto, gli aerogeneratori saranno installati tra gennaio 2028 e dicembre 2033. La produttività annua media prevista è stimata in 2.673.300 MWh, che consentirebbe di coprire gran parte del consumo elettrico dell’intera regione, soddisfacendo il fabbisogno di elettricità complessivo di un territorio urbanizzato corrispondente a circa 440mila abitanti, considerando un consumo pro capite per abitante pari a 6.000,2 kWh/anno.
Nell’area in cui dovrebbe sopregere l’impianto la velocità media del vento è di 6,35 m/sec, con direzione prevalente Nord-Ovest: il Capacity Factor lordo è del 30,6% con efficienza complessiva dell’impianto del 95%, che dà un Capacity Factor netto del 29,1%.
Secondo Maverick, inoltre, l’impianto eolico offshore fornirà un significativo contributo sia in termini di emissioni evitate che di copertura del fabbisogno di energia elettrica. Nei 30 anni di vita utile del parco eolico, sottraendo quelle dipendenti dal ciclo produttivo, di installazione ed esercizio della centrale eolica offshore, si eviterebbe il rilascio in atmosfera di 35 milioni di tonnellate di CO2, nonché di altri inquinanti come oltre 10mila tonnellate di ossido di zolfo e 5mila tonnellate di ossidi di azoto.
L’area marittima interessata dal parco eolico è stata ridotta da 295 a 219 kmq (181 in acque territoriali e 38 extra), con uno spostamento verso sud rispetto a quella inizialmente individuata. Questo anche per venire incontro alle esigenze dei pescatori, facilitandone l’ingresso al porto di Termoli.
La realizzazione dell’impianto avrebbe ricadute rilevanti nel territorio anche sul piano occupazionale: tra risorse dirette (270), indirette (480) e indotto (200) si stimano 750 nuovi occupati. Complessivamente il progetto costerà 2,1 miliardi di euro, ai quali sono da aggiungere 56 milioni per il costo delle attività di gestione e manutenzione.
A proposito della logistica, Eolico Offshore Molise ha cercato di privilegiare la possibilità di realizzare tutte le operazioni di costruzione e assemblaggio delle componenti in prossimità del sito di installazione: le pale della turbina vengono ad esempio costruite a Taranto, la torre potrebbe essere costruita presso l’area industriale della provincia di Chieti. L’impianto di produzione verrà collegato alla Rete di trasmissione nazionale nel punto di connessione della Stazione Terna del comune di Montecilfone (CB).
L’effettiva costruzione dell’impianto farebbe fare all’Italia un importante salto in avanti in un settore, quello dell’eolico in mare, in cui il nostro Paese è ancora molto indietro rispetto a Paesi come Regno Unito e Germania: con solo 30 MW installati (il parco di Taranto, con turbine fisse) e un obiettivo al 2030 di 2,1 GW, il gap appare evidente con Londra e Berlino, che vantano un installato nel 2022 di rispettivamente 14 GW e 8 GW e un target al 2030 di 50 GW e 30 GW.
Secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia potrebbe essere il terzo mercato mondiale per l’eolico galleggiante, ma mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore.