Spesso il carbone viene considerato un combustibile del passato, ma ancora non è così.
Il suo consumo globale è raddoppiato negli ultimi 30 anni, e quest’anno la domanda dovrebbe crescere dell’1% rispetto al 2023, raggiungendo il massimo storico di 8,77 miliardi di tonnellate.
Un dato che dovrebbe preoccupare, visti gli enormi danni ambientali che l’utilizzo di questa fonte provoca, anche se si tratta di un notevole rallentamento nella crescita rispetto agli anni precedenti.
“Coal 2024“, la nuova edizione del rapporto annuale dell’International energy agency (Iea) che analizza le ultime tendenze e aggiorna le previsioni a medio termine sul mercato del carbone (link in basso), sottolinea come il consumo globale sia aumentato del 7,7% nel 2021 (dopo la contrazione dovuta al Covid nell’anno precedente), poi del 4,7% nel 2022 e del 2,4% nel 2023.
Sebbene anche il consumo industriale sia aumentato in questo periodo, il settore energetico è stato il principale motore della crescita della domanda, con la produzione di elettricità da carbone che dovrebbe raggiungere il massimo storico di 10.700 TWh nel 2024.
Nei prossimi comunque la domanda globale di carbone è destinata a stabilizzarsi nell’immediato futuro, grazie alla crescita delle energie rinnovabili che contribuiranno a soddisfare la crescente domanda di elettricità mondiale.
La quota di 8,77 miliardi di tonnellate, con oscillazioni fino a 8,87 miliardi di tonnellate, dovrebbe perdurare fino al 2027.
Contemporaneamente ci si attende una riduzione dei livelli di consumo in Cina. Il settore elettrico del gigante asiatico è particolarmente importante per i mercati globali del carbone, visto che una tonnellata su tre viene consumata in questo paese.
Nel 2024, la Cina ha continuato a diversificare il suo mix energetico, ad avanzare nella costruzione di centrali nucleari e soprattutto ad accelerare la sua enorme espansione della potenza fotovoltaica ed eolica. Questo dovrebbe limitare in parte gli aumenti del consumo di carbone fino al 2027.
Nella maggior parte delle economie avanzate, la domanda di carbone ha già raggiunto il picco e si prevede che continuerà a diminuire fino al 2027.
Il ritmo di questo declino dipenderà dall’attuazione di politiche più o meno determinate, come quelle dell’Unione europea (si pensi alla carbon tax sulle importazioni dall’estero), e dalla disponibilità di fonti di energia alternative, tra le quali la Iea cita anche il gas naturale proveniente da Stati Uniti e Canada.
Quest’ultimo permetterà sì di ridurre l’utilizzo di carbone, ma non risolverà certo il problema delle alte emissioni climalteranti.
Di contro, la domanda di carbone è ancora in aumento in alcune economie emergenti, dove anche la richiesta di elettricità sta aumentando rapidamente, insieme alla crescita economica e demografica. Parliamo di Paesi come India, Indonesia e Vietnam, dove a guidare la crescita della domanda è il settore energetico, sebbene anche l’uso industriale stia aumentando.
A livello regionale, si prevede che la domanda di carbone in Cina crescerà dell’1% nel 2024 rispetto al 2023, raggiungendo i 4,9 miliardi di tonnellate, un altro record.
L’India invece si appresta a registrare una crescita della domanda di oltre il 5% e raggiungere 1,3 miliardi di tonnellate di consumo.
Nell’Unione europea e negli Stati Uniti si registra invece un calo, ma a un ritmo significativamente più lento rispetto al passato: rispettivamente -12% e -5%, in confronto al -23% e al -17% nel 2023.
Dal lato della produzione sono attesi massimi storici nel 2024, con il dato che dovrebbe superare per la prima volta in assoluto le 9 miliardi di tonnellate. I tre maggiori produttori (Cina, India e Indonesia) hanno infatti raggiunto nuovi record.
Il dragone, che rappresenta la metà della produzione globale, prevede una crescita dell’1% nel 2024, in India il governo sta incentivando i produttori pubblici, soprattutto Coal India, portando a un aumento atteso di oltre il 7% annuale.
In Indonesia, complice anche una forte domanda interna (oltre a quella dei mercati internazionali), i produttori dovrebbero superare per la prima volta le 800 milioni di tonnellate annue.
Per quanto riguarda il mercato, circa 1,55 miliardi di tonnellate verranno complessivamente commercializzate nel 2024. Ma a costi ancora molto alti, più del 50% rispetto alla media del periodo 2017-19.
Nel novembre 2024, il prezzo del carbone termico importato in Europa si aggirava intorno ai 120 dollari per tonnellata, rispetto alla media di 80 dollari per tonnellata del periodo 2017-19.
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