Il disinvestimento dalle fossili sta facendo arricchire gli hedge fund?

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Con i prezzi dell’energia alle stelle, i fondi stanno approfittando delle azioni dell’Oil & Gas di cui molti investitori istituzionali si sono liberati.

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Guidata dal profitto a ogni costo e su orizzonti temporali brevissimi, la finanza si mostra molto spesso dannosa per le sfide che l’umanità deve affrontare.

Un esempio è quanto sta succedendo in questa fase di prezzi delle commodity alle stelle: gli hedge fund hanno raccolto silenziosamente le azioni delle compagnie fossili di cui molti investitori istituzionali attenti all’ambiente si sono disfatti, e ora stanno ottenendo grandi guadagni.

I gestori di fondi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, segnala un articolo del Financial Times, hanno approfittato dell’entusiasmo di molte grandi istituzioni verso gli investimenti con standard ambientali e sociali ESG (Environmental, Social and Governance), che ha portato a vendite all’ingrosso di partecipazioni in gas, carbone e petrolio, anche se la domanda per alcuni di questi prodotti resta elevata.

La divisione prime brokerage di Goldman Sachs ha recentemente dichiarato ai clienti che i titoli energetici hanno avuto il loro più grande acquisto netto da parte degli hedge fund dalla fine di febbraio, secondo una nota vista dal FT .

I grandi investitori istituzionali “sono tutti così desiderosi di sbarazzarsi delle attività petrolifere, che stanno lasciando sul tavolo rendimenti fantastici“, dichiara al FT Crispin Odey, fondatore di Odey Asset Management, fondo con sede a Londra cresciuto di oltre il 100% quest’anno.

Ad esempio, leggiamo dal Financial Times, Odey ha investito nella compagnia petrolifera norvegese Aker BP, le cui azioni sono aumentate di circa il 43%, e nel produttore focalizzato sull’Asia Pacifico Jadestone Energy, in crescita del 44%, oltre a finanziare veicoli non quotati, che vengono usati da aziende delle materie prime appositamente per acquistare attività indesiderate vendute dalle major petrolifere.

Il disinvestimento dalle fossili da parte delle grandi istituzioni sta lasciando sempre più spesso gli hedge fund tra gli unici acquirenti, per il fatto che questi fondi affrontano meno pressioni per conformarsi alle norme ESG rispetto a quelli tradizionali. Questo, spiega il quotidiano finanziario britannico, può presentare opportunità interessanti, anche se li lascia esposti a cali dei prezzi dell’energia o a ulteriori vendite da parte dei grandi investitori.

Come su queste pagine abbiamo riportato, sempre più fondi pensione, enti di beneficenza, chiese e altri gruppi religiosi e università si sono impegnati a liberarsi dei loro investimenti più dannosi per il clima e il gruppo Divest Invest, che spinge a non investire nelle 200 maggiori aziende delle fossili, afferma di aver ricevuto impegni da oltre 1.300 organizzazioni che gestiscono 14.500 miliardi di dollari di investimenti.

Fa sorridere con amarezza la giustificazione che i gestori di hedge fund che stanno approfittando di questa situazione forniscono al Finacial Times: in sintesi, sostengono che gli investimenti petrolio e gas sono ancora necessari, anche perché le aziende dell’Oil & Gas utilizzano spesso i loro ricavi per finanziare una transizione verso un’energia più pulita. Non investire ancora in energia sporca – è la loro strana tesi – potrebbe addirittura rallentare l’abbandono di queste fonti nemiche del clima.

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