La crisi del gas spinge Berlino a nazionalizzare Uniper

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La Germania acquisirà il controllo completo del suo principale fornitore di gas, comprando le azioni di Fortum (attuale azionista di maggioranza) e con un aumento di capitale da 8 miliardi.

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La crisi energetica ha portato alla decisione tedesca di nazionalizzare Uniper, il principale fornitore di gas per la Germania.

Berlino, infatti, punta a controllare il 98,5% della società, tramite un acquisto di azioni da Fortum (società energetica finlandese, attuale azionista di maggioranza) e un aumento di capitale da 8 miliardi di euro.

Lo prevede un accordo siglato tra il governo tedesco, Fortum e Uniper, spiega una nota di Fortum.

A cosa è dovuta la mossa della Germania?

Il problema è che Uniper in questi mesi ha accumulato circa 8 miliardi e mezzo di perdite legate al gas, perché le interruzioni delle forniture russe hanno costretto la società a comprare combustibile fossile da altri esportatori, principalmente Gnl via nave, a costi molto più alti.

Quindi Uniper, come entità privata, non è più in grado di assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici al Paese.

Berlino intende così prendere in mano direttamente la compagnia e garantire maggiore stabilità ai mercati energetici. La banca statale KfW supporterà Uniper con liquidità addizionale fino al completamento di questa operazione, che dovrebbe chiudersi entro la fine del 2022 (rimane comunque soggetta al via libera della Commissione europea).

Ricordiamo che a luglio il governo francese ha offerto di pagare 9,7 miliardi di euro (12 euro per azione) per acquisire il restante 16% di Edf e così nazionalizzare completamente il colosso energetico transalpino, di cui lo Stato già possiede la maggior parte delle azioni (84%).

Questi 12 euro rappresentano un premium del 54% sul valore di chiusura di Edf dello scorso 5 luglio (7,84 euro).

È un intervento pubblico ritenuto necessario per ottenere una maggiore indipendenza energetica e permettere a Edf di investire nel piano di espansione nucleare voluto dal presidente francese, Emmanuel Macron.

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