Cop 26, Germania capofila del no al nucleare nella tassonomia Ue

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Cinque Paesi si oppongono alla precedente richiesta di dieci Stati membri, guidati dalla Francia, di spingere sull'atomo.

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Il nucleare torna a dividere i governi sul futuro delle politiche europee per il clima.

Alla Cop 26 di Glasgow cinque Paesi (Germania, Danimarca, Lussemburgo, Portogallo, Austria), hanno siglato una dichiarazione congiunta contro le ipotesi di sviluppare ulteriormente il nucleare attraverso il Green Deal.

Il nucleare, infatti, secondo i firmatari è incompatibile con il principio di non fare danni significativi (do no significant harm), sancito nella tassonomia Ue sugli investimenti sostenibili sotto il profilo ambientale.

I cinque Paesi riconoscono (neretti nostri) “il diritto sovrano degli Stati membri di decidere a favore o contro il nucleare come parte dei loro sistemi energetici nazionali”, ma temono che “includere il nucleare nella tassonomia potrebbe danneggiare in modo permanente la sua integrità, credibilità e quindi la sua utilità”.

Inoltre, “molti risparmiatori e investitori perderebbero la fiducia nei prodotti finanziari commercializzati come ‘sostenibili’ se dovessero temere che acquistando questi prodotti andrebbero a finanziare attività nel settore nucleare”.

Ricordiamo che a ottobre dieci Paesi, guidati dalla Francia (gli altri sono: Romania, Repubblica Ceca, Finlandia, Slovacchia, Croazia, Slovenia, Bulgaria, Polonia, Ungheria), avevano chiesto alla Commissione Ue di includere il nucleare nella tassonomia.

Quale posizione pensa di tenere invece il governo Draghi? Al momento non pervenuta.

Per un approfondimento si veda anche Perché il nucleare non è una soluzione alla crisi climatica

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