Consiglio europeo, aperture della Germania su acquisti comuni gas e price cap

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Ma è scontro sulla proposta di Italia e Francia di istituire un fondo comune contro il caro energia. Le anticipazioni in vista della riunione dei capi di Stato o di governo di venerdì 7 ottobre a Praga.

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La Germania apre le porte ad azioni più coordinate a livello Ue contro il caro bollette, in vista della riunione informale dei capi di Stato o di governo (Consiglio europeo) di venerdì 7 ottobre.

Berlino, infatti, è ora favorevole a sviluppare una piattaforma europea per gli acquisti comuni di gas, dopo essere stata contraria per mesi a una soluzione di questo tipo.

Allo stesso tempo, sembra che il governo tedesco stia lasciando qualche spiraglio per valutare un tetto ai prezzi del gas. Ipotesi appena confermata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso alla plenaria di Strasburgo: Bruxelles sta lavorando con gli Stati membri a un price cap temporaneo, da mantenere fino a quando sarà stato definito un nuovo indice dei prezzi del gas.

Von der Leyen ha precisato che il price cap “può dare un importante segnale che la Ue non pagherà qualsiasi prezzo per il gas”.

Ma restano forti tensioni: la Germania ha bocciato la proposta di Italia e Francia, emersa dal vertice Ecofin di ieri, martedì 4 ottobre, di istituire un nuovo fondo comune per alleviare la crisi energetica.

In sostanza, i commissari Paolo Gentiloni (Economia) e Thierry Breton (Mercato interno) hanno suggerito di ispirarsi al Sure, il fondo da 100 miliardi di euro creato nel 2020 per concedere prestiti agevolati agli Stati membri con cui sostenere la spesa pubblica durante la pandemia.

Un fondo analogo potrebbe essere utilizzato per aiutare i Paesi a fronteggiare i rincari energetici, ma Berlino ha subito alzato un muro contro questa ipotesi di un nuovo debito comune.

Mentre Gentiloni e Breton hanno evidenziato che solamente una risposta di bilancio europea permetterà di rispondere in modo efficace alla crisi energetica e di riportare la calma sui mercati finanziari. In un intervento pubblicato su vari quotidiani europei, hanno raccomandato di evitare “di frammentare il mercato interno, creare una corsa ai sussidi e mettere in discussione i principi di solidarietà e di unità che sono alla base del nostro progetto europeo”.

La Germania, ricordiamo, è stata molto criticata nei giorni scorsi per aver messo in campo la sua potenza finanziaria con uno scudo nazionale da 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese; questa mossa, infatti, rischia di indebolire la risposta europea alla crisi energetica, risposta che invece dovrebbe essere compatta e improntata al principio di solidarietà (si veda anche: L’Europa può ancora unirsi sul tetto al prezzo del gas? )

Tornando al progetto di una piattaforma del gas, il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, a margine del Consiglio Ue Economia, ha affermato che “dobbiamo fare progressi sugli acquisti comuni di gas” (fonte agenzia Euractiv).

La proposta di una piattaforma comune era uscita dalla Commissione europea già lo scorso marzo, ma poi non aveva avuto alcun seguito a causa soprattutto del “no” tedesco nonostante le pressioni di vari altri Paesi.

Ora il tema è nuovamente in agenda, come si evince da una bozza delle conclusioni del Consiglio europeo che si terrà venerdì a Praga, citata in anteprima da Euractiv.

Nel documento, suscettibile di modifiche e integrazioni, si parla della necessità di pensare agli stoccaggi per il prossimo inverno 2023-2024 e di istituire una piattaforma energetica Ue per aggregare la domanda di gas dei diversi Stati membri. Ciò consentirebbe di aumentare il peso politico ed economico della Ue sul mercato del gas (si veda anche: Carenza di gas, l’inverno più difficile potrebbe essere quello 2023-24 )

Più in generale, la bozza sottolinea che è necessario proseguire gli sforzi per assicurare la sicurezza delle forniture e ridurre i costi energetici.

Con ogni probabilità, quindi, verrà anche chiesto alla Commissione europea di “proporre soluzioni praticabili per diminuire i prezzi tramite un price cap al gas”.

Finora la questione è rimasta in sospeso perché la Germania, in particolare, si è sempre opposta, guidando un gruppetto di altri Paesi tra cui Austria, Olanda, Ungheria e Danimarca.

Mentre Italia e altri 14 Stati membri hanno continuato a premere su Bruxelles per adottare un tetto generalizzato ai prezzi del gas. Il principale timore tedesco era che il price cap avrebbe finito per dirottare verso altri mercati i volumi di Gnl in arrivo via nave da Stati Uniti e altri esportatori.

Altri temi prioritari che saranno discussi: accelerare i negoziati con altri Paesi per forniture aggiuntive di gas, definire un benchmark alternativo per le quotazioni del Gnl, ridurre la volatilità dei prezzi sui mercati finanziari.

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