Bonus edilizi, le nuove regole per cedere i crediti a Poste Italiane

Esclusi i crediti da sconto in fattura. Sintesi delle condizioni di Poste per la riattivazione del servizio.

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Dal 7 marzo 2022, Poste Italiane ha riattivato la piattaforma per acquistare i crediti di imposta collegati al Superbonus e agli altri bonus edilizi (Ecobonus, Sismabonus, Bonus ristrutturazione, Bonus facciate, installazione colonnine ricarica per veicoli elettrici).

La temporanea sospensione, chiarisce una nota pubblicata sul sito web di Poste Italiane, “è stata necessaria per adeguare le procedure di controllo, elaborazione, acquisizione delle pratiche, in funzione del susseguirsi di molteplici interventi legislativi in materia”.

Ricordiamo che il decreto legge 13/2022 Antifrodi, pubblicato in Gazzetta il 25 febbraio, ha riaperto la possibilità di ulteriori cessioni dei crediti dopo la prima (cosa che era stata bloccata dal decreto Sostegni ter, art. 28), anche se con determinati paletti.

Vediamo meglio le nuove disposizioni delle Poste.

Innanzi tutto, si precisa che il servizio è attivo solo per le richieste di cessione presentate dai beneficiari originari del credito di imposta (prime cessioni) e relativamente alle quote annuali fruibili dal 2023, in relazione a crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2022 o a rate residue di spese sostenute negli anni precedenti.

Si precisa inoltre che il titolare del credito di imposta è tenuto a cedere il suo importo complessivo (quello massimo cedibile a Poste Italiane, anche tramite più cessioni, è pari a 150mila euro), o le quote residue non ancora utilizzate in detrazione, senza poter effettuare cessioni parziali.

Poste Italiane, precisa che (neretti nostri) “al momento non acquista nessun credito di imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti di imposta maturati a seguito di sconto in fattura“.

La cessione a Poste Italiane, si legge poi tra le indicazioni pubblicate online, può essere richiesta unicamente dai titolari di un conto corrente BancoPosta ed è accessibile esclusivamente attraverso la procedura online, per la quale occorre essere in possesso di credenziali Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

Il corrispettivo che sarà riconosciuto in seguito alla accettazione della proposta di cessione del credito, è calcolato come percentuale sul valore nominale del credito di imposta ceduto e varia in funzione della tipologia di credito oggetto di cessione, della durata dello stesso e delle annualità cedute:

  • 100 euro per ogni 110 euro di credito di imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi relativi al Superbonus 110% con recupero in 4 anni (pari al 90,91% del valore nominale del credito maturato);
  • 89,5 euro per ogni 100 euro di credito di imposta per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il Superbonus 110% con recupero in 5 anni (pari al 89,5% del valore nominale del credito maturato);
  • 80 euro per ogni 100 euro di credito di imposta per gli interventi diversi da quelli qualificanti per il Superbonus 110% con recupero in 10 anni (pari al 80% del valore nominale del credito maturato).

Ad esempio, se il costo dei lavori è di 50.000 euro e il credito di imposta è pari al 110% (Superbonus) con recupero fiscale in 4 anni, il controvalore riconosciuto sarà pari a 50.000 euro, mentre se il costo dei lavori è di 50.000 euro con un credito del 50% e recupero fiscale in 5 anni (25.000 euro), il controvalore riconosciuto sarà pari a 22.375 euro.

Si precisa poi che “in fase di identificazione del cliente, oltre ai controlli standard antiriciclaggio, Poste Italiane effettua ulteriori controlli quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la presenza di segnalazioni in Cai (Centrale Allarme Interbancaria) relative all’emissione di assegni senza autorizzazione e/o senza fondi o utilizzo improprio di carte di credito, lo status ‘attivo’ del conto corrente, una anzianità aziendale non inferiore a 18 mesi (per le persone giuridiche)”.

Di seguito i documenti che dovranno essere prodotti in copia:

  • asseverazione dei lavori eseguiti cui fa riferimento il credito di imposta che si propone di cedere a Poste Italiane;
  • modulo di comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta trasmesso dall’intermediario fiscale all’Agenzia delle Entrate, con relativa ricevuta rilasciata da quest’ultima;
  • dichiarazione del medesimo intermediario fiscale, esclusivamente nella forma che sarà resa disponibile al proponente a un link specifico all’interno dell’area dedicata, nella quale si attesta che il modulo di comunicazione è conforme a quello trasmesso all’Agenzia delle Entrate;
  • bonifici di pagamento da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto che beneficia della detrazione e il codice fiscale o partita Iva del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
  • un documento attestante il diritto di proprietà o di godimento sull’immobile sul quale sono stati effettuati i lavori (visura catastale storica per la proprietà, contratto di locazione o comodato d’uso per il godimento);
  • documentazione che dimostri la capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito di imposta con riferimento al costo dei lavori eseguiti (ad esempio, per le persone fisiche cedolino o dichiarazione dei redditi dell’ultimo anno; per le persone giuridiche ultimo bilancio approvato o ultima dichiarazione dei redditi presentata).

Per quanto riguarda le tempistiche stimate per l’accettazione della proposta di cessione del credito e la successiva liquidazione del corrispettivo sul conto corrente BancoPosta, “possono arrivare a due mesi e mezzo e vanno a sommarsi alla tempistica a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per i relativi controlli preventivi”.

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