Bollette, Antitrust multa Optima Italia per informazioni ingannevoli e condotta aggressiva

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La sanzione comminata è di 1,3 milioni di euro nei confronti di Optima Italia SpA.

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Si è intensificata nelle ultime settimane l’attività dell’Antitrust nel monitoraggio delle società fornitrici di elettricità e gas.

Dopo le quattro procedure aperte nei confronti di Iren, Iberdrola, E.On e Dolomiti per valutare presunti tentativi dei venditori di energia volti a modificare in modo unilaterale i prezzi di luce e gas sul mercato libero, arriva una multa da 1,3 milioni di euro nei confronti di Optima Italia SpA.

Due le istruttore che hanno portato alla sanzione: la prima è stata avviata per la mancata ottemperanza agli impegni, resi obbligatori dall’Autorità con delibera del 13 luglio 2021, in modo da eliminare gli effetti delle pratiche contestate in precedenza.

In particolare, spiega l’Antitrust “non era stata correttamente integrata la documentazione contrattuale e il materiale pubblicitario, né era risultata efficace la procedura di ristoro dei clienti che avevano subìto indebitamente lo storno degli sconti in caso di recesso anticipato”.

La seconda istruttoria era stata invece avviata per accertare la scorrettezza delle pratiche commerciali attuate dalla società nel prospettare le condizioni economiche di fornitura di elettricità e di gas sul mercato libero.

Nel corso del procedimento, l’Autorità ha verificato importanti criticità in termini di scarsa trasparenza delle informazioni sulle caratteristiche della fornitura, sulla durata degli sconti e sulle conseguenze previste in caso di recesso.

Dall’analisi della documentazione istruttoria è emerso inoltre, riporta l’Antitrust in una nota, che Optima ha fornito informazioni ingannevoli e omissive nella promozione delle offerte commerciali e ha adottato una condotta aggressiva, in quanto – in caso di recesso anticipato dell’utente – recuperava tutti gli sconti erogati durante la fornitura, attraverso lo storno nella fattura di chiusura, alla stregua dell’addebito di una penale.

Tuttavia, l’Autorità ha ridotto l’entità della sanzione fino a 1,3 milioni di euro, considerato lo sforzo della società – dopo l’avvio dei procedimenti – per rendere completa e trasparente la documentazione contrattuale e promozionale e per riconoscere un congruo ristoro ai consumatori cui erano stati indebitamente stornati gli sconti riconosciuti in precedenza.

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