Così le banche continuano a versare benzina sull’incendio del clima

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Anche Intesa Sanpaolo e UniCredit tra le banche più amiche delle energie fossili. Dal report "Banking on Climate Chaos 2023".

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Nei sette anni trascorsi dall’adozione dell’Accordo di Parigi, le 60 maggiori banche private del mondo hanno finanziato i combustibili fossili con 5.500 miliardi di dollari.

Tra queste anche le due più grandi banche italiane, UniCredit e Intesa Sanpaolo, che dal 2016 hanno concesso all’industria fossile rispettivamente 43 e 22 miliardi di dollari in termini di prestiti e sottoscrizioni, risultando anche nella lista delle prime 40 banche a livello mondiale che finanziano le multinazionali coinvolte nell’espansione dell’industria dei combustibili fossili, tra cui Eni e Total.

È quanto emerge dalla nuova edizione di Banking on Climate Chaos, il rapporto annuale che esamina il massiccio sostegno delle banche all’industria fossile, promosso da centinaia di organizzazioni della società civile, tra cui l’italiana ReCommon.

L’analisi mette in luce il greenwashing delle banche a fronte dei loro proclami per il clima, esaminando i finanziamenti all’industria dei combustibili fossili.

Per la prima volta dal 2019, una banca canadese, la Royal Bank of Canada (RBC), si posiziona al primo posto tra i finanziatori dell’industria fossile, con una somma di 42,1 miliardi di dollari, spodestando la statunitense JP Morgan Chase, che resta la peggior banca fossile al mondo a partire dal 2016 assieme alle altre statunitensi Citi, Wells Fargo e Bank of America. Nel grafico le 12 banche “fossili” e nel report la graduatoria completa con 60 istituti elencati.

Le 60 banche indagate nel rapporto hanno incanalato 150 miliardi di dollari nel 2022 verso le 100 più importanti aziende delle fossili, tra cui compaiono TC Energy, TotalEnergies, Venture Global, ConocoPhillips e Saudi Aramco.

Delle 60 banche interessate, 49 hanno finanziato le fossili pur avendo preso impegni verso lo zero emissioni nette. Anzi, queste 49 banche “verdi” solo a parole hanno fornito l’81% dei finanziamenti alle 100 aziende che più stanno aumentando l’espansione della produzione di gas, petrolio e carbone.

Le principali società impegnate nel business, pessimo per il clima, delle sabbie bituminose hanno ricevuto 21 miliardi di $ di finanziamenti nel 2022, l’89% dei quali da banche canadesi, con TD, RBC e Bank of Montreal in cima alla lista.

Tanti soldi anche alla famigerata fratturazione idraulica per estrarre gas e petrolio: le 30 aziende più attive nel fracking hanno avuto 67 miliardi di dollari nel 2022, un aumento dell’8% rispetto al 2021. RBC e JPMorgan Chase nel 2022 sono i principali finanziatori di questa tecnica di estrazione con pesantissimi impatti ambientali e climatici.

Banche cinesi come ICBC, Agricultural Bank of China e China Construction Bank hanno finanziato a pieno ritmo il petrolio e il gas nell’Artico, con 2,9 mld $ arrivati alle principali aziende di questo settore nel 2022. Anche se in calo rispetto all’anno scorso, sono 26 le banche stanno ancora finanziando le trivelle nell’Artico, tra cui le statunitensi JPMorgan Chase, Citi e Bank of America.

Anche per le estrazioni in Amazzonia il settore Oil & Gas ha raccolto finanziamenti ingenti: 769 milioni $ nel 2022 erogati,  tra le altre, dalla banca spagnola Santander e dalla statunitense Citi.

Molto attive nel comparto petrolio e gas offshore, che ha raccolto di 34 miliardi di dollari nel 2022, alcune banche europee quali BNP Paribas, Crédit Agricole e la giapponese SMBC Group.

I finanziamenti al gas naturale liquefatto (GNL) sono aumentati di quasi il 50%, guardando alle 30 aziende più grandi: da 15,2 mld $ nel 2021 a 23 mld $ nel 2022.

Mizuho, Morgan Stanley, JPMorgan Chase, ING, Citi, Goldman Sachs e SMBC Group i finanziatori più generosi del settore, ma tra i casi presentati c’è quello del Golfo del Messico, martoriato dall’espansione dell’industria del GNL, che vede Intesa Sanpaolo protagonista con copiosi finanziamenti a compagnie quali Cheniere, ExxonMobil e Freeport LNG.

Altri 13 mld di dollari di finanziamenti sono andati alle 30 più grandi società di estrazione del carbone del mondo: l’87% dei fondi è venuto da banche cinesi quali China CITIC Bank, China Everbright Bank e China Industrial Bank.

Sempre riguardo al carbone, dagli istituti di credito cinesi è venuto anche il 97% dei finanziamenti alle 30 aziende con i più importanti progetti di espansione nella produzione di elettricità da questa fonte, che hanno avuto 29 mld $ nel 2022.

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