Auto elettrica contro benzina e diesel. Ora che succede?

  • 10 Luglio 2020

Incentivi, emissioni di CO2, vendite: facciamo il punto alla luce del decreto Rilancio. Lo studio di Fondazione Symbola.

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L’Italia sulle auto fa due passi avanti e uno indietro, o uno solo avanti e due indietro.

Per capirlo bisognerà attendere i dati sulle vendite dei prossimi mesi, ma è certo che il nostro paese non è riuscito a mantenere una politica univoca sui bonus per la rottamazione, come si è visto con la conversione in legge del DL Rilancio.

Al potenziamento del bonus per auto elettriche e ibride (questi sono i passi avanti) si è affiancato l’incentivo per l’acquisto di vetture a benzina/diesel Euro 6 (ecco la marcia indietro), incentivo ampiamente dibattuto nelle scorse settimane, da quando era stato proposto da Pd, Italia Viva e Leu un emendamento che prevedeva di estendere il bonus auto ai modelli tradizionali con motore a combustione interna.

Ora il gioco è fatto.

Con il rischio, come ha già spiegato Andrea Poggio di Legambiente, di creare i presupposti per una nuova tornata di incentivi ai veicoli benzina/diesel appena saranno finiti i 50 milioni stanziati inizialmente.

Le critiche ambientaliste

Intanto anche Transport & Environment (TE) – con i suoi membri italiani: Kyoto Club, Legambiente, Cittadini per l’aria – ha criticato il provvedimento, perché contrasta con gli obiettivi ambientali del Green Deal europeo e incentiva l’acquisto di veicoli che emettono fino a 110 grammi di CO2 per km, malgrado il limite di 95 grCO2/km entrato in vigore quest’anno (da intendersi come valore medio per i veicoli venduti in Europa nel 2020).

Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di TE, ha dichiarato che (neretti nostri) “alla vigilia del lancio sul mercato della Fiat500e, il primo modello full-electric di FCA, il governo avrebbe dovuto destinare i fondi solo alle nuove tecnologie. Per una solida e lungimirante strategia industriale il prestito garantito dallo stato avrebbe dovuto essere concesso a FCA a fronte di condizionalità verdi e il meccanismo di rottamazione destinato solo alle auto a emissioni zero”.

Ricordiamo, ad esempio, che la Germania nel suo piano di ripresa economica ha destinato tutti gli incentivi auto ai soli modelli elettrici.

Cosa dice FCA

E proprio FCA per la prima volta ha partecipato alla stesura del rapporto di Enel e Fondazione Symbola sulla mobilità elettrica in Italia, “100 Italian E-Mobility Stories 2020” (allegato in basso).

Perché le auto elettriche siano accessibili a tutti, ha affermato Pietro Gorlier, chief operating officer di FCA, nella nota di presentazione dello studio, “è necessario un sistema a contorno fatto di infrastrutture di ricarica, costi dell’energia adeguati, parcheggi dedicati, gestione semplificata del suolo pubblico per l’installazione di colonnine, misure di supporto alla domanda, oltre che un piano di riqualificazione della filiera industriale”.

A proposito di riqualificazione della filiera, Volkswagen ha già annunciato la riconversione all’elettrico dello storico stabilimento di Zwickau, dopo aver prodotto l’ultima auto con motore termico nella storia pluridecennale di quella fabbrica.

Vedremo se FCA riuscirà a colmare il ritardo accumulato finora e trainare il resto della filiera automotive italiana sulla strada delle auto plug-in.

Emissioni: elettrico batte diesel… e nettamente

Nello studio ci sono diversi dati che smentiscono alcuni falsi miti che continuano a circolare sull’auto elettrica, in particolare la bufala che l’auto a batteria inquina più del diesel o della benzina.

Nel rapporto a pagina 109 si legge che “l’auto elettrica ha emissioni inferiori del 40% rispetto ad un veicolo a benzina”, considerando, per il confronto, le emissioni medie dei veicoli con motori a combustione interna nei paesi Ue, e le emissioni medie del mix elettrico europeo (fonte ERM).

E il vantaggio, spiega Fondazione Symbola, “migliorerà ulteriormente nel tempo grazie all’accelerazione del processo di decarbonizzazione nel settore energetico e il graduale aumento della quota di rinnovabili nel mix generativo mondiale”.

Il dato è in linea con la letteratura scientifica che assegna un netto vantaggio, in termini ambientali, all’auto elettrica rispetto a quella diesel-benzina.

Già nel 2018 l’Agenzia europea per l’ambiente parlava di un -30% in media di emissioni dell’auto elettrica vs quella diesel in Europa in ottica LCA (Life Cycle Assessment, cioè considerando il ciclo di vita complessivo di un’automobile), mentre Bloomberg New Energy Finance l’anno dopo riportava un -40% come dato medio globale.

E secondo le analisi più recenti di RSE, nella guida urbana il risparmio complessivo di CO2 di un’auto elettrica in ottica LCA varia tra il 40-55% rispetto alle analoghe versioni a benzina e tra il 22-40% rispetto alle versioni diesel.

Molto dipende dai paesi di riferimento: più il mix elettrico è “verde”, più si riducono le emissioni di CO2 associate all’uso di una vettura a batteria.

Il mercato auto di giugno e del primo semestre

Infine la parola ai dati dell’Unrae sul mercato auto di giugno in Italia.

A fronte del continuo crollo delle immatricolazioni di veicoli a benzina e diesel, che hanno segnato rispettivamente un -28% e -34% rispetto a giugno 2019, le auto elettriche “pure” hanno fatto il +53% con oltre 2.200 immatricolazioni lo scorso mese.

E guardando al primo semestre 2020, le elettriche vendute in Italia sono state quasi 10.000, il doppio in confronto a gennaio-giugno del 2019, anche se la loro quota di mercato è rimasta appena sotto il 2% (1,7%).

Ma sommando la quota di mercato dei modelli ibridi plug-in ricaricabili alla presa di corrente, il totale per l’elettrico sale di un punto percentuale, sfiorando così il 3% delle vendite nel primo semestre; le immatricolazioni di vetture ibride plug-in sono aumentate del 132% tra gennaio e giugno 2020 rispetto allo stesso periodo di un anno fa (5.796 vs 2.498).

Ancora più alti i numeri delle vetture ibride non ricaricabili: oltre 62.000 le vendite nei primi sei mesi, in crescita del 12% sul 2019, con una quota di mercato superiore al 10% nel mix delle alimentazioni.

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