Auto elettrica, ricarica “lampo” in un pit-stop: l’idea di Porsche

La casa di Stoccarda ha sviluppato un sistema ultra veloce e modulare per fare il pieno alle batterie. Vediamo in sintesi come funziona questa tecnologia di colonnine rapide.

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Una stazione di ricarica super-veloce con elementi modulari, per compiere un vero “pit-stop elettrico”: ecco la soluzione pensata da Porsche per rivoluzionare il modo di utilizzare un’auto a zero emissioni.

Sviluppata da Porsche Engineering e già in fase di sperimentazione in quattro spazi del grande parcheggio del centro Porsche a Berlino-Adlershof, la tecnologia promette meraviglie ai possessori di auto sportive, perché si basa su un sistema a 800 volt capace di dare un’autonomia di circa 400 km in appena 20 minuti.

L’altra caratteristica che distingue la soluzione della casa di Stoccarda è la sua modularità, perché ogni stazione si compone di diversi “blocchi” installabili a una certa distanza l’uno dall’altro.

Gli elementi “base” sono delle scatole di 120x120x130 centimetri (FlexBoxes) che possono contenere, in particolare, il trasformatore che converte la corrente alternata della rete elettrica (AC) dal medio al basso voltaggio, l’isolamento galvanico di sicurezza, le unità di raffreddamento, la PowerBox che poi converte la corrente alternata in corrente continua (DC).

Ogni PowerBox può supportare due colonnine di ricarica, che sono gli unici elementi direttamente visibili-utilizzabili dagli automobilisti (la distanza massima che può intercorrere tra PowerBox e colonnine, spiega una nota tecnica di Porsche, è pari a 100 metri, mentre 200 metri è la distanza massima consentita tra PowerBox e stazione di trasformazione).

C’è anche la possibilità di riunire una PowerBox con una singola unità di raffreddamento (CoolingBox) in quella che viene definita “ComboBox”, in grado di sostenere l’operatività di una sola colonnina di ricarica.

Infine, Porsche Engineering ha previsto anche una ChargeBox, che consente di ricaricare velocemente le vetture senza una connessione di rete abbastanza potente.

Questa scatola, infatti, oltre alla power unit contiene una batteria – quella standard è da 70 kWh ma c’è anche da 140 kWh – che viene caricata tramite la rete quando nessun veicolo è collegato alla stazione di rifornimento, batteria che in seguito può rilasciare molto più rapidamente l’energia accumulata in precedenza attraverso una colonnina da 160 kW.

Ricordiamo, infine, che il gruppo Volkswagen, che detiene il marchio Porsche, partecipa al consorzio Ionity per creare una rete europea di colonnine ultra-veloci a 350 kW, un progetto molto ambizioso che in Italia vedrà la collaborazione di Enel (vedi QualEnergia.it).

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