Il mercato italiano dell’auto elettrica “non mostra segni di accelerazione” e rimane sugli stessi livelli dell’anno precedente, con una quota appena superiore al 4% (5,5% per il solo mese di dicembre).
Questa la tendenza che emerge dai dati sulle vendite del 2024 diffusi dall’Unrae (pdf), l’associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia.
Lo scenario generale vede le immatricolazioni di autovetture in leggero calo: 1.558.704, -0,5% rispetto al 2023, ancora molto lontane dai numeri pre-pandemia (-18,7% in confronto al 2019).
Quanto alla mobilità elettrica, l’Unrae in una nota parla di “un anno sprecato”, mentre si attende il Dialogo strategico sull’automotive annunciato per gennaio dalla Commissione europea, finalizzato a rilanciare l’industria continentale del settore (si veda Mercato auto tra la “scure” della manovra e tentativi di rilancio Ue).
A dicembre le auto elettriche pure (BEV, Battery electric vehicle) si sono attestate al 5,5% dell’immatricolato totale, in lieve aumento dal 5,3% di novembre, ma sotto il dato di dicembre 2023 (6%).
Come detto, il 2024 si è chiuso con una quota di BEV pari al 4,2% come nel 2023; le vetture ibride plug-in (PHEV, Plug-in hybrid electric vehicle) si sono fermate ancora più in basso, con una quota complessiva di mercato del 3,3% (4,4% nel 2023).
Come anticipato nella conferenza stampa di fine anno, il presidente Unrae, Michele Crisci, ribadisce che il Green Deal europeo non sia la causa della crisi dell’automotive, precisando però che “la carenza e la disomogeneità degli strumenti incentivanti, della fiscalità sull’auto e della disponibilità di infrastrutture adeguate abbiano evidentemente frenato il mercato in relazione allo sviluppo atteso delle nuove tecnologie a zero e bassissime emissioni”.
La bassa diffusione dei veicoli elettrici quindi rischia di far saltare il raggiungimento degli obiettivi Ue per la riduzione delle emissioni, con possibili ingenti sanzioni per i costruttori, stimate (fonte Acea) in circa 16 miliardi di euro solo nel 2025.
Guardando all’Italia, Crisci evidenzia che “non possiamo non rilevare l’inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione senza una congrua, coerente e continuativa attenzione di sostegno al mercato delle nuove tecnologie”.
Come abbiamo già scritto, il crollo italiano è stato amplificato dall’aumento dei prezzi medi delle auto: +58% dal 2011 al 2023, mentre il potere d’acquisto delle famiglie è calato del 3%. Molto ha inciso anche la scelta commerciale adottata da diverse case automobilistiche di puntare sulle vetture premium per aumentare i margini di profitto sul singolo veicolo, ma che in un’ottica di sistema sta portando a galla tutti i suoi limiti.
Intanto, anche in Paesi con un Pil pro capite più basso del nostro, la situazione dei veicoli a batteria è più rosea. Ad esempio in Portogallo le elettriche sono intorno al 18,8% del venduto, mentre sono al 7,2% in Ungheria e sopra al 5% in Spagna e Grecia. Ciò dimostra come i fattori che limitano l’adozione dei veicoli elettrici vadano oltre le sole capacità reddituali.
Le critiche di Motus-E
Molto critico anche il commento sui dati di mercato 2024 di Motus-E, l’associazione che promuove la mobilità 100% elettrica.
“Il generalizzato affanno del mercato auto italiano, lontanissimo ormai dai livelli pre-Covid, testimonia l’urgenza di un’azione corale per proteggere e rilanciare l’automotive nazionale”, rimarca una nota, precisando che “la costruzione anche in Italia di un ambiente più consapevole e aperto all’elettrico contribuirebbe sensibilmente a contenere l’impatto sull’industria delle discusse multe europee sulle emissioni di CO2, accelerando la diffusione dei veicoli con zero emissioni allo scarico”.
Le auto elettriche circolanti in Italia al 31 dicembre 2024, ricorda Motus-E, sono 277.365, con le immatricolazioni full electric che da inizio anno sono pari a 64.983 unità, in riduzione dell’1,96% rispetto allo stesso periodo del 2023.