Auto elettrica, autonoma e connessa? Gli italiani ancora diffidenti

I risultati del sondaggio di Arthur D. Little su 16mila consumatori in 25 Paesi sul futuro dell'automotive. Gli intervistati italiani sono attenti alla sostenibilità ambientale ma al momento preferiscono le vetture ibride.

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Diffidente verso la guida autonoma, poco propenso a scegliere l’elettrico “puro” (preferisce l’ibrido), molto legato al possesso del proprio veicolo, eppure attento alla sostenibilità ambientale.

È l’identikit dell’automobilista italiano medio che emerge dal nuovo studio realizzato dalla società di consulenza globale Arthur D. Little, “Future of Automotive Mobility”.

La ricerca, giunta alla IV edizione, vuole tracciare l’evoluzione futura del settore automotive nell’ambito della mobilità connessa, autonoma, condivisa ed elettrica (riassunta nell’acronimo inglese CASE: Connected, Autonomous, Shared, Electric).

Il sondaggio ha coinvolto oltre 16mila consumatori in 25 Paesi, che rappresentano il 57% della popolazione mondiale e l’82% delle immatricolazioni di auto. In Italia le persone intervistate sono più di 500, in tutte le fasce d’età, spiega una nota che riassume i risultati principali di questo lavoro.

In generale, si osserva, c’è ancora un ampio divario tra la realtà e le innovazioni tecnologiche e digitali applicate al settore automobilistico (si veda Prezzi alti e vendite in calo: cosa sta andando storto con l’auto elettrica).

Un dato globale su cui riflettere, ad esempio, è che quasi metà (44%) degli attuali guidatori di veicoli a combustione interna intende mantenere lo stesso tipo di alimentazione per il prossimo acquisto.

Inoltre, quando si parla di guida autonoma “avanzata”, i consumatori nutrono ancora preoccupazioni legate alla sicurezza e preferiscono un’assistenza alla guida piuttosto che un’automazione totale.

Focus italiano

In Italia il 75% dei consumatori sceglie una nuova auto per il suo prossimo acquisto: è una percentuale significativamente più alta rispetto alla media europea del 60%. Da notare che per oltre il 60% delle persone sentite, la sostenibilità è importante/molto importante al momento dell’acquisto del veicolo (rispetto al 50% della media europea).

Gli italiani restano molto legati alla proprietà dell’auto: il 63% degli intervistati non rinuncerebbe al proprio veicolo, pur prendendo in considerazione l’offerta di nuovi servizi di mobilità condivisa. È un dato in linea con i mercati auto più maturi in Occidente, mentre nelle realtà emergenti i consumatori sono più propensi a rinunciare alla proprietà.

Si segnala poi che sta calando la fiducia degli italiani verso la guida autonoma: il 44% degli utenti ha espresso opinioni sfavorevoli, citando la sicurezza come principale rischio.

Tanto ibrido e poco elettrico

Più in dettaglio, analizzando le intenzioni di acquisto e le relative tendenze, emerge che quasi il 30% dei consumatori italiani prevede di sostituire la propria auto con un altro veicolo a combustione interna, dato stabile rispetto al 2018 e al 2020, ma inferiore rispetto alla media europea del 44%.

Le vetture ibride vanno per la maggiore: più del 40% degli intervistati nel Belpaese acquisterebbe un modello di tipo HEV non ricaricabile (Hybrid Electric Vehicle) o PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), tecnologia quest’ultima che utilizza una batteria ricaricabile alla presa di corrente, in grado così di percorrere un certo numero di km in modalità totalmente elettrica.

Solamente il 16% degli intervistati opterebbe invece per un’auto elettrica “pura”, cioè un BEV (Battery Electric Vehicle). La percentuale restante sceglierebbe invece altre propulsioni, come i veicoli a gas naturale/gpl.

Altro dato su cui riflettere: quasi il 50% degli attuali proprietari di BEV in Italia è in qualche modo insoddisfatto (contro il 30% in Europa).

Barriere all’acquisto (con aperture alla Cina)

Tra i fattori che incoraggiano l’acquisto di un modello 100% elettrico, evidenzia la ricerca, oltre il 60% degli italiani ha indicato motivi legati alla sostenibilità ambientale; il prezzo e gli incentivi governativi sono le principali leve.

Costi d’acquisto elevati, autonomia limitata e lunghi cicli di ricarica della batteria, invece, sono i principali fattori che scoraggiano l’acquisto di un mezzo elettrico (si veda anche Il costo di acquisto pesa troppo: così l’auto elettrica non può decollare).

Secondo l’80% degli intervistati italiani, i veicoli elettrici dovrebbero avere un’autonomia operativa reale di circa 600 km; da sottolineare che l’autonomia effettiva è ancora inferiore di circa il 30% rispetto a quanto dichiarato dai costruttori.

“Dallo studio emerge la permanenza di barriere significative rispetto all’auto elettrica”, afferma Alessandro Barmettler, partner di Arthur D. Little Italia. “L’autonomia limitata e i lunghi tempi di ricarica risultano tra i deterrenti più forti, ma è importante dare risalto al dato relativo all’attenzione crescente nei confronti dei temi legati alla sostenibilità. Significa che nelle scelte del consumatore italiano c’è grande consapevolezza”.

Il rapporto poi mostra che la progressiva transizione ai veicoli elettrici offre nuovi sbocchi di mercato per i marchi automotive cinesi: il 51% degli italiani intervistati sarebbe propenso ad acquistare un’auto elettrica made in China, principalmente (49%) per motivi di costo.

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