Auto elettrica, cosa c’è dietro la bufala del “cimitero di Tesla” per il freddo

Nel caso specifico di Chicago, il problema sembra essere dipeso da malfunzionamenti delle colonnine Supercharger con temperature molto basse (20 gradi sottozero). Che cosa è successo e i consigli per ottimizzare le prestazioni delle batterie nei mesi invernali.

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Che cosa è successo davvero alle Tesla a Chicago con il freddo intenso dei giorni scorsi?

La notizia di alcuni automobilisti rimasti a piedi, senza la possibilità di ricaricare le loro auto alle colonnine Supercharger dell’azienda di Elon Musk, è stata rilanciata dai media americani e internazionali, compresa la stampa italiana, spesso con toni molto critici sulla mobilità 100% elettrica.

Si è parlato, in particolare, di “cimitero di Tesla”.

Non si capisce perché un caso specifico come questo debba essere un pretesto per attaccare le auto elettriche in generale; ciò detto, il problema sembra essere dipeso da alcune colonnine di ricarica, soggette a malfunzionamenti con le temperature intorno ai 20 gradi sottozero che si sono registrate in alcune aree degli Stati Uniti.

“Usare questa storia per criticare le auto elettriche in generale e dire che non reggono il freddo è come dire che le auto a carburante sono un fallimento perché si è gelata la pompa di una stazione di servizio”, scrive Paolo Attivissimo – giornalista informatico e cacciatore di fake news – sul suo blog Il Disinformatico.

Gli inconvenienti sono stati segnalati soprattutto nella stazione di Supercharger di Oak Brook, un sobborgo di Chicago. Il freddo estremo, scrive Rob Stumpf sul sito web specializzato in auto elettriche Insidevs, “può congelare cavi di ricarica, connettori e altri componenti critici di un Supercharger Tesla (o di qualsiasi caricabatteria rapido per veicoli elettrici)”.

“Accumulo di ghiaccio, irrigidimento dei materiali e maggiore resistenza nei percorsi elettrici possono contribuire a questi problemi” e ciò, a sua volta, “influisce sull’efficienza e sulle prestazioni dei componenti elettronici, portando potenzialmente a malfunzionamenti o arresti, come quelli visti a Oak Brook”.

Sul lato dell’automobile, è vero che le prestazioni delle batterie al litio peggiorano quando fa molto freddo, con perdite di autonomia reale anche fino al 50% con temperature di parecchi gradi sotto lo zero, come emerge dal database di Geotab (5,2 milioni di viaggi di 4.200 veicoli elettrici), aggiornato a febbraio 2023.

Inoltre, spiega Attivissimo, “la batteria lavora bene e si ricarica rapidamente solo se viene mantenuta entro una specifica gamma di temperature. Molti costruttori incorporano nelle proprie auto sistemi di preriscaldamento della batteria proprio per risolvere questa limitazione”.

Tuttavia, se la batteria è quasi del tutto scarica e arriva un freddo intenso e improvviso, la carica residua potrebbe non bastare per il preriscaldamento; a quel punto, il sistema di protezione della batteria impedisce la ricarica rapida, evitando danneggiamenti alla batteria stessa.

Torniamo così ai consigli su come ottimizzare le prestazioni delle auto elettriche d’inverno (si veda Cosa succede davvero alle batterie delle auto elettriche con il freddo):

  • preriscaldare l’auto quando è ancora in carica;
  • abbassare la temperature interna dell’abitacolo e utilizzare i sedili riscaldati e il volante riscaldato (si consuma meno energia fornendo un calore “mirato” sulle persone all’interno del veicolo);
  • scegliere un modello dotato di pompa di calore per il riscaldamento, che permette di ridurre molto il consumo energetico.

Poi è buona norma guidare in modo “conservativo” evitando accelerazioni e frenate brusche; in condizioni di freddo estremo, il sistema di frenata rigenerativa sarà meno efficace, perché le batterie fredde non possono ricevere tanta energia quanto le batterie calde.

Molto importante è evitare le “scariche profonde”, cercando di ricaricare l’auto con maggiore frequenza e preferendo le ricariche a bassa potenza. Se possibile, quindi, è bene collegare il veicolo alla presa di corrente prima che scenda sotto il 20% di carica residua.

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