La bozza del decreto sulle aree idonee, circolata ieri e trasmessa alle Regioni per l’esame in Conferenza Unificata, non convince neppure gli operatori dell’eolico.
Alle critiche arrivate dal mondo del fotovoltaico che abbiamo raccolto al Solarplaza Summit 2023, si aggiungono quelle dell’Anev.
L’associazione nazionale dell’energia del vento ritiene che il provvedimento sia “poco soddisfacente” per il settore per due motivi.
Il primo aspetto negativo, spiega una nota, riguarda i criteri per individuare le aree idonee (articolo 8, comma 1, lettera f, punto 7).
Si osserva che la fascia di rispetto tra i beni sottoposti a tutela e gli impianti eolici “è rimasta di 3 km, nonostante le ripetute segnalazioni, tuttavia si sarebbe auspicato che tale limite, individuato di recente con la disposizione di cui all’articolo 47 del DL n. 13/2023, potesse essere equiparato a quello previsto per il fotovoltaico”, pari quest’ultimo a 500 metri.
Invece “il mantenimento di tale distanza impedirà l’individuazione di aree idonee in quantità sufficiente a realizzare i numeri contenuti nell’obiettivo settoriale, in considerazione della conformazione geografica e delle caratteristiche territoriali della nostra Penisola”.
Il secondo elemento critico “riguarda il fatto che si prende come elemento per l’individuazione delle aree idonee la ventosità delle aree sulla base di strumenti inadeguati a tale scopo”.
L’articolo 8, comma 1, lettera h, punto 1, fa riferimento “alle mappe del vento che sono un interessante strumento indicativo della ventosità su macro aree, ma non adeguato a calcolare una produttività specifica di un impianto eolico”.
“Auspichiamo che il testo del DM sulle aree idonee possa vedere corretti questi elementi che altrimenti ne vanificherebbero l’efficacia per il settore eolico”, ha dichiarato il presidente dell’Anev, Simone Togni.