Gli aerei a idrogeno potrebbero essere competitivi già nel 2035?

Restano molti ostacoli tecnici e la competitività dipende da quanto si tasserà il cherosene. Le analisi economiche in uno studio commissionato da TE con un focus sull'aviazione intra-europea.

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C’è un futuro per gli aerei a idrogeno?

È difficile dare una risposta univoca, perché l’uso di idrogeno nell’aviazione è oggetto di studi e sperimentazioni il cui esito resta molto incerto.

Nuovi dati a supporto dei velivoli alimentati con H2 arrivano da uno studio realizzato dall’istituto di ricerca Steer, basato a Londra.

Lo studio, commissionato da Transport & Environment (TE), organizzazione indipendente che promuove i trasporti a basso impatto ambientale, evidenzia che tra poco più di dieci anni, gli aerei a idrogeno potrebbero essere competitivi rispetto a quelli alimentati con il 100% di combustibili fossili e con un mix di cherosene e carburanti di origine biologica (cosiddetti SAF: Sustainable Aviation Fuel). La condizione perché ciò avvenga è che il cherosene sia tassato in modo adeguato.

Nel 2035, infatti, i velivoli a idrogeno, sui percorsi intra-europei, potrebbero avere costi operativi totali leggermente inferiori (2% circa) in confronto agli aerei che usano jet fuel.

Ricordiamo che Airbus punta a realizzare un velivolo a idrogeno per il 2035 ma il suo progetto è circondato da molte incertezze.

Secondo Carlos López de la Osa, responsabile tecnico dell’aviazione presso TE, “costruire questi aerei è economicamente fattibile, ma se vogliamo che Airbus passi dalle parole ai fatti, dovremo creare un mercato per gli aerei a emissioni zero, tassando i carburanti fossili”.

Gli ostacoli tecnologici allo sviluppo di aerei a idrogeno sono però rilevanti.

L’idrogeno liquido, infatti, ha una bassa densità di energia rispetto al cherosene, quindi è necessario un volume maggiore di carburante a parità di distanza percorsa, limitando l’autonomia complessiva. Questi velivoli quindi possono diventare protagonisti per decarbonizzare le rotte regionali e a corto raggio, che rappresentano il 50% delle emissioni del trasporto aereo europeo.

Non esiste, in definitiva, una soluzione unica per ridurre le emissioni di gas serra dell’aviazione: idrogeno, carburanti verdi di origine rinnovabile e riduzione della domanda avranno tutti un ruolo.

È fondamentale, in base alle analisi economiche dello studio, adottare politiche e misure volte a incentivare gli investimenti nella filiera dell’idrogeno, tra cui soprattutto la produzione e liquefazione di H2 con relativi impianti e infrastrutture, oltre a tassare maggiormente il kerosene; si assume un valore di circa 0,37 euro per litro, in linea con la nuova direttiva sulla tassazione energetica proposta dalla Commissione europea.

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