A rischio il Club del clima del G7 per colpa della Corte Suprema Usa

La proposta di un Club del clima potrebbe essere accantonata per la possibile mancata adesione degli Usa. Ma anche i risultati della Cop27 potrebbero rivelarsi deludenti. Cosa può fare l'Europa?

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L’annuncio dei leader del G7 di voler creare un Club del clima, per rafforzare ed estendere la cooperazione nella lotta contro il riscaldamento globale, giunto al termine del recente vertice in Germania, rischia di non vedere la luce a seguito della sentenza della Corte Suprema USA.

La sentenza dell’alta corte stabilisce infatti che Environmental Protection Agency (EPA) non ha l’autorità per imporre standard di emissione alle centrali elettriche esistenti, compito che spetterebbe al Congresso (vedi La Corte Suprema Usa dà un duro colpo alla decarbonizzazione, meno male che c’è l’economia).

Questa sentenza impedisce già ora di introdurre limiti alle emissioni delle centrali termoelettriche americane, perché al Senato, con il voto contrario di Joseph Manchin, senatore democratico del West Virginia, difensore degli interessi carboniferi di questo Stato, i democratici non avrebbero più la maggioranza.

E, a meno che gli interventi della Corte Suprema sul diritto all’aborto e sul ruolo dell’EPA prevalgano sulla tradizionale propensione degli elettori americani a votare pensando innanzi tutto al portafoglio, le elezioni mid term di novembre per il rinnovo della Camera e di un terzo del Senato dovrebbero penalizzare Biden e il suo governo, che non riescono a bloccare l’inflazione galoppante ed evitare il crollo delle quotazioni a Wall Street.

Se il paese responsabile di circa il 10% delle emissioni climalteranti e di più del 20% delle 59 Gt di CO2 equivalente presenti nel 2019 in atmosfera fosse paralizzato da un Congresso non solo contrario a qualsiasi politica climatica, ma probabilmente propenso ad allentare i vincoli esistenti, non solo la proposta di un Club del clima verrebbe accantonata per la mancata adesione USA, ma anche la prossima Cop27, che si terrà dal 7 al 18 novembre a Sharm el Sheik, svolgendosi con i risultati delle elezioni mid term già noti, ne sarebbe a priori indebolita.

In tal caso spetterà all’Europa, forte degli impegni che sta assumendo per accelerare il processo di decarbonizzazione, il non facile ruolo di protagonista alla Cop27, ruolo reso più arduo da un contesto geopolitico dove la scelta di risolvere i problemi mediante conflitti (non solo militari) stanno prevalendo sulla scelta di cooperare.

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