Replica di AIEL e FREE alle associazioni del gas: “l’ecobonus per i generatori a biomasse va confermato e al 65%”

AIEL e Coordinamento FREE si oppongono all’esclusione dall’ecobonus come chiedono al governo Anigas, Assogas e Assogasliquidi. Va invece incardinato sul turnover tecnologico e per puntare agli obiettivi di riduzione della CO2.

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“Escludere i generatori a biomassa dall’ecobonus significherebbe interrompere lo sviluppo del settore della termica da biomasse andando contro gli orientamenti della Strategia Energetica Nazionale”.

È quanto si legge in un comunicato di AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali che rappresenta oltre 500 imprese della filiera legno-energia, e del Coordinamento FREE delle associazioni delle rinnovabili e dell’ efficienza energetica.

La nota fa riferimento alle richieste fatte al governo da associazioni che rappresentano gli interessi del settore del gas, Anigas, Assogas e Assogasliquidi, di una radicale revisione delle detrazioni fiscali per i generatori a biomassa (vedi QualEnergia.it, Duro attacco alle biomasse dalla lobby del gas: “no all’ecobonus”).

AIEL e FREE si oppongono all’esclusione dall’ecobonus di stufe e caldaie a legna, pellet e biomasse varie. Chiedono, invece, che la percentuale della detrazione fiscale resti al livello attuale, del 65%, e non venga ridotta al 50%, come riporta l’attuale bozza della Legge di Bilancio 2018.

“L’iniziativa dei rappresentanti del settore del gas e del GPL è se non altro singolare – sottolinea Domenico Brugnoni, presidente di AIEL – in genere ci si rivolge ai Ministri per avanzare proposte e richieste di sostegno a favore del proprio comparto, ma è quanto meno strano chiedere di penalizzare un altro settore con lo scopo evidente di avvantaggiare il proprio. Le argomentazioni adottate per proporre di eliminare degli incentivi previsti per le fonti rinnovabili sono oggettivamente forzate”.

AIEL e FREE spiegano che la richiesta di eliminare l’ecobonus per l’installazione di generatori a biomassa si basa sugli orientamenti contenuti nella SEN, che evidenzia sì il tema delle emissioni, ma afferma anche che lo sviluppo delle biomasse nell’ambito delle rinnovabili termiche sarà concentrato sui generatori a biomasse ad alta qualità ambientale”, chela sostituzione di impianti a fossile con impianti di riscaldamento a biomasse dovrà essere guidata in modo da favorire gli impianti ad alta qualità ambientale e ad alta efficienza” e ancora che “andrà favorita la sostituzione di vecchi impianti a biomasse con altri più efficienti e meno emissivi”.

“Quindi – prosegue Brugnoni  – anziché eliminare le detrazioni fiscali, sarebbe opportuno orientarle verso un processo di turnover tecnologico che è già in atto e che ha permesso di raggiungere risultati significativi, come dimostrano i recenti dati ufficiali presentati da Arpa Lombardia”.

Viene evidenziato nel comunicato che in questa regione, fortemente caratterizzata dall’accumulo nell’aria delle polveri sottili, nell’arco di 5 anni le emissioni di polveri attribuibili al settore delle biomasse è stato ridotto del 30% grazie alla sostituzione degli apparecchi obsoleti con nuovi generatori a legna e pellet. Lo stesso è stato valutato per il Veneto dove nell’arco di 10 anni le polveri attribuite alla combustione domestica di legna e pellet si sono ridotte del 20%, grazie al turnover tecnologico (elaborazione AIEL su base dati Arpa Veneto).

Questo trend positivo – affermano le associazioni pro-biomasse – può migliorare ulteriormente proseguendo nella direzione intrapresa grazie a una strategia che punta a promuovere l’innovazione tecnologica, la qualità certificata dei combustibili pellet, legna e cippato, la corretta installazione e la periodica manutenzione dei generatori e delle canne fumarie.

“Riteniamo– conclude Brugnoni – che un valido strumento a supporto di questa strategia possa essere una campagna di informazione nazionale che diffonda le buone pratiche per un’efficiente conduzione di stufe e caldaie da parte dei consumatori”.

Per AIEL lo sviluppo del settore della termica da biomasse resta inoltre correlato alla gestione sostenibile del patrimonio forestale che negli ultimi 50 anni ha raddoppiato la propria superficie, ma che resta una risorsa sottoutilizzata e necessita di politiche di valorizzazione.

Un elemento che le associazioni del gas e del GPL naturalmente trascurano – stigamtizanno nel comunicato AIEL e Coordinamento FREE – è rappresentato dal contributo delle biomasse alla produzione nazionale di energia rinnovabile e al processo di decarbonizzazione del Paese, fondamentali per rispettare gli obblighi previsti dalla legislazione europea e gli accordi siglati a livello internazionale per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici, primo fra tutti l’Accordo di Parigi.

L’energia termica da biomasse solide rappresenta oltre un terzo di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia, pari a 7,26 Mtep (fonte: report statistico 2015, GSE). Sulle emissioni di anidride carbonica va ricordato che le fonti fossili producono circa 10 volte più CO2-eq dei combustibili legnosi.

“Confidiamo quindi – sostiene Giovan Battista Zorzoli, presidente del Coordinamento FREE – che le detrazioni fiscali previste per le fonti rinnovabili siano confermate al 65% e che in questo ambito siano contemplati i generatori di calore alimentati a biomasse che presentano caratteristiche di alta efficienza e basse emissioni. Affinché questi elementi qualitativi non siano generici auspici ma concrete modalità suggeriamo sia presa a riferimento il decreto attuativo dell’art. 290 del dlgs 152/2006 che classifica i generatori a biomasse per classi di merito; questo decreto attuativo è in fase di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente”.

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