“Non sussistono elementi conoscitivi, tecnico ambientali e progettuali sufficienti alla definizione dell’intesa per la realizzazione del metanodotto di interconnessione della Tap proposto da Snam rete e gas come opera di congiunzione della Trans Adriatic Pipeline alla rete nazionale dei gasdotti”.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto di una delibera del 24 ottobre della Giunta regionale della Puglia (presto online), proposta dell’assessore all’Ambiente Filippo Caracciolo e basata sull’istruttoria a firma del direttore del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio, Barbara Valenzano.
Le motivazioni alla base della mancata definizione dell’intesa – spiega la Regione in una nota stampa – sono di natura ambientale e paesaggistica e sono connesse alla diffusione del batterio delle piante di ulivo Xylella su tutto il territorio regionale, e, dunque, legate anche all’impossibilità di movimentare materiale vegetale di specie ospite all’interno della stessa area.
“La Regione Puglia – dichiara il presidente della Regione, Michele Emiliano – ritiene che l’opera sulla quale si richiede l’intesa sia del tutto inutile“.
“Il territorio regionale è destinato a divenire area di transito dei corridoi internazionali che veicolano ingenti quantitativi di gas a beneficio del sistema Paese e degli altri stati mitteleuropei, ma le misure di compensazione sono carenti“, aggiunge la Regione.
Nella fase di contrattazione che il MiSE aprirà a seguito della mancata intesa con la Regione Puglia, per giungere ad un accordo necessario per l’autorizzazione dell’intervento, l’amministrazione regionale potrà far valere le proprie richieste per garantire il miglior inserimento possibile dell’opera nel territorio e per “definire, insieme alle autorità competenti, i criteri di definizione e analisi del prezzo ai fini della determinazione della tariffa energetica a carico dei cittadini, proponendo condizioni vantaggiose di fornitura per le imprese sul proprio territorio agevolando conseguentemente i necessari percorsi di decarbonizzazione dei processi industriali e produttivi e del generale assetto emissivo ed immissivo sul territorio pugliese”, spiega la Regione.
Se la Puglia avesse opposto già in forma chiusa ed in questa fase il proprio diniego, si spiega nella nota, il procedimento sarebbe stato rimesso sin da subito alle competenze superiori della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una conseguente significativa compressione del margine di contrattazione in proprio favore, come avvenuto in passato per l’opera principale TAP (vedi anche QualEnergia.it).
Se la richiesta della Regione Puglia fosse stata accolta, di questo lungo gasdotto che dovrà estendersi nel territorio di diversi comuni costringendo al movimento di migliaia di ulivi non ci sarebbe stato alcun bisogno, o comunque questa opera di collegamento sarebbe stata di dimensione e costi fino a cinque volte inferiori”, conclude la Regione (si veda anche QualEnergia.it, Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?).