Ecodesign, obiettivi più severi per i prodotti di riscaldamento e raffrescamento

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Dalla Commissione europea un nuovo regolamento in attuazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile degli apparecchi energivori. La norma interessa vari dispositivi per il riscaldamento-raffrescamento dell’aria, chiller di processo e ventilconvettori. Si parte nel 2018.

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Bruxelles compie un altro passo avanti per favorire la vendita di apparecchi sempre più efficienti e meno inquinanti.

Con il regolamento 2016/2281 pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale (allegato in basso), infatti, la Commissione europea introduce nuove specifiche per la progettazione ecocompatibile di una serie di prodotti connessi all’energia e che hanno un “significativo impatto ambientale”, come previsto dalla direttiva ecodesign 2009/125/CE.

Si tratta, in questo caso, di tre tipi di tecnologie:

  1. prodotti per il riscaldamento dell’aria con una capacità di riscaldamento nominale non superiore a 1 MW
  2. dispositivi di raffrescamento e chiller di processo ad alta temperatura con una capacità di raffrescamento non superiore a 2 MW
  3. ventilconvettori.

Le specifiche di progettazione, indicate nell’allegato II del regolamento comunitario, si applicheranno dal primo gennaio 2018 secondo un preciso calendario progressivo. Sono esclusi gli apparecchi già disciplinati da altri regolamenti, tra cui condizionatori d’aria e ventilatori, sistemi per il riscaldamento d’ambiente locale, armadi refrigerati professionali e abbattitori.

Secondo le stime riportate dalla Commissione UE, il consumo energetico combinato dei dispositivi soggetti al nuovo regolamento è pari a circa 59 Mtep l’anno (il dato si riferisce al 2010), corrispondenti a 107 milioni di tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera.

«In caso di mancata adozione di misure specifiche – si legge poi nel provvedimento – si stima che il consumo energetico dei prodotti di riscaldamento dell’aria, dei prodotti di raffrescamento e dei chiller di processo ad alta temperatura raggiungerà 2.534 PJ (60 Mtep) l’anno entro il 2030».

Secondo Bruxelles, inoltre, consumi ed emissioni di questi apparecchi potrebbero essere ridotti «senza aumentare i costi combinati del loro acquisto e funzionamento, avvalendosi di tecnologie esistenti non proprietarie».

L’idea quindi è sfruttare le migliori tecnologie disponibili in commercio per incrementare l’efficienza media di intere categorie di prodotti, senza però incidere sulla loro accessibilità economica nell’ambito del mercato europeo.

I nuovi parametri tecnici-operativi di progettazione ecocompatibile, si legge ancora nei considerando del regolamento, consentiranno di risparmiare ogni anno circa 5 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) entro il 2030, corrispondenti a 9 milioni di tonnellate di CO2 rilasciate nell’atmosfera. Inoltre, consentiranno di ridurre sensibilmente anche le emissioni annuali di ossidi di azoto.

L’attuazione della direttiva ecodesign, come ha rilevato QualEnergia.it nelle scorse settimane (vedi questo articolo) non ha mancato di generare qualche polemica, in particolare sull’idea della Commissione Juncker di escludere dalle regolamentazioni alcuni prodotti, considerati di minore importanza e, quindi, non meritevoli di etichettatura energetica, tra cui bollitori, phon e tostapane.

Regolamento UE 2016/2281

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