Il genere umano sta già affrontando condizioni climatiche che non aveva mai vissuto prima e il cambiamento è in continua accelerazione.
Presi da altre incombenze spesso non ce ne rendiamo conto, per capirlo può essere utile visualizzare i dati di quanto sta accadendo.
In nostro aiuto arriva il nuovo “2015 State of the Climate report” pubblicato in questi giorni dal NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration Usa, un lavoro che ha coinvolto oltre 450 climatologi da più di 62 Paesi (in allegato in basso).
Quel che emerge dal rapporto – l’ennesimo che porta evidenze in tal senso – è che i cambiamenti climatici stanno progredendo a un ritmo più veloce di quanto avevamo previsto.
Tra i sintomi registratati, oltre al record di temperatura – il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato – l’innalzamento dei livelli dei mari, l’intensificarsi di fenomeni estremi e altro ancora.
Ma lasciamo parlare qualche grafico estratto dalla nuova pubblicazione.
CO2
Qui si vede come in questi anni è aumentata la concentrazione di CO2, dai dati registrati all’osservatorio di Mauna Loi, alle Hawaii.
Dopo aver passato temporaneamente la soglia delle 400 parti per milione, il livello di anidride carbonica, impennatosi negli ultimi 50 anni nel 2015 è stato in media a 399.4 ppm.
Temperature
Quattro differenti dataset concordano sul fatto che il 2015 è stato l’anno più caldo da quando si registrano le temperature.
Nel grafico sotto l’andamento della temperatura media e, sotto, le anomalie climatiche:
Artico
Come sappiamo l’Artico, che custodisce quantità enormi di acqua sotto forma di ghiaccio, è una regione chiave per il clima di tutto il pianeta.
È dunque particolarmente preoccupante che a quelle latitudini, come si vede dal grafico sotto, le temperature stiano aumentando a un ritmo quasi doppio rispetto alla media di tutta la Terra:
Ghiacci e permafrost
Come sappiamo, lo scioglimento accelerato dei ghiacci artici influisce sia sul livello del mare che sulla circolazione oceanica, provocando effetti a catena sul clima.
Lo scioglimento del permafrost inoltre ha l’effetto collaterale di mandare in atmosfera il metano intrappolato nel ghiaccio, accelerando ulteriormente il global warming, dato l’altissimo potere climalterante di questo gas.
I due grafici sotto mostrano come stanno andando le cose su questi due fronti: molto male.
I mari
Mari sempre più caldi e dunque meno capaci di assorbire CO2 e livello che cresce:
Ondate di calore
Tra gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti le ondate di calore.
Nel grafico sotto le aree che nel 2015 hanno avuto una frequenza di ondate di calore superiore alla media:
Siccità
La siccità ha interessato circa un terzo delle terre emerse del globo.
Nel 2014 l’8% del Pianeta è stato colpito da siccità estrema, nel 2015 il 15%:
Cicloni
Temperature più alte dei mari portano a maggiore frequenza e intensità dei cicloni tropicali. Sono stati 101 nel 2015, contro una media 1981-2010 di 82.
Di questi 36 hanno raggiunto lo status di uragano, mentre la media 1981-2010 era di 21 l’anno.