A giugno è netta la diminuzione della domanda elettrica in Italia: -4,1% rispetto allo stesso mese del 2015. Il calo viene “assorbito” al -3,5% se viene depurato della temperatura che lo scorso mese è stata di quasi un grado inferiore ad un anno fa.
Rispetto a maggio 2016 la variazione tendenziale è negativa: -0,8% a giugno 2016. Il profilo del trend – come spiega Terna nel suo report mensile (pdf) – prosegue il suo andamento decrescente (vedi grafico).
Dei 25,3 TWh consumati a giugno, l’88,1% sono da produzione nazionale e l’11,9% dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Anche la produzione nazionale netta (22,4 TWh) è in flessione: del 3,3% rispetto a giugno 2015. Crescono la produzione idroelettrica (+9,3%, in rialzo, mese su mese, dopo diverso tempo), eolica (+14%) e quella geotermica (+4,8%).
Mentre sono in calo la generazione da termoelettrico e da fotovoltaico (-14,7%) che probabilmente sconta, oltre alla minore radiazione solare dello scorso giugno, anche un peggioramento delle performance di molti impianti per cause tecniche e gestionali (vedi studio RSE).
Dati per il periodo gennaio -giugno 2016
Nel primo semestre 2016 la domanda di energia elettrica è in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Stabile il termoelettrico, mentre rilevanti sono, da una parte, l’aumento della produzione dell’eolico (+13,9%) e, dall’altra, la diminuzione di quella del FV (-13,1%). Quest’ultime due fonti, insieme, perdono in produzione circa 400 GWh.
In questi primi sei mesi dell’anno il fotovoltaico generato 1,7 TWh in meno sul 2015, quindi pressoché in linea con quanto stimato da RSE nello studio sopra riportato (perdite per 3,3 TWh annuali). Anche rispetto ai primi sei mesi del 2014 c’è un leggero calo della produzione solare. A due anni di distanza, la cosa non può essere accettabile visto l’impegno economico profuso in questi anni.
Pertanto tutte le fonti rinnovabili elettriche perdono “quota” sulla domanda di elettricità. In questo primo semestre passano al 36,2%, dopo essersi attestate al 37% nel 2015 e al 40,1% nel 2014.
Mancano all’appello 2,3 TWh rispetto al 2015. Oltre alla perdita di 1,7 TWh dal fotovoltaico, ci sono circa 2,1 TWh in meno da idroelettrico e ovviamenti alcuni “guadagni” nelle altre fonti.
Il fotovoltaico a fine giugno soddisfa in questo periodo che stiamo considerando il 7,5% della domanda elettrica, mentre lo scorso anno ne copriva l’8,4%. Rappresenta adesso il 20,6% di tutte le rinnovabili, seconda fonte dopo l’idroelettrico che ha una quota del 39,3% (era del 50,2% nel primo semestre 2014).
Nel primo semestre, a livello territoriale, tutte le aree registrano una domanda elettrica in diminuzione, con punte più elevate nel centro-sud.
Ulteriori elaborazioni grafiche sono riservate agli abbonati di QualEnergia.it PRO
Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati a QualEnergia.it PRO