Nuovo report IEA sul clima: anche Greenpeace plaude all’Agenzia

Quanto sia significativo lo slancio in avanti compiuto con il report pubblicato ieri dalla IEA, agenzia storicamente conservatrice, lo mostra il fatto che la presa di posizione raccolga l'apprezzamento pubblico anche di una delle Ong più determinate nel chiedere una rivoluzione del sistema energetico mondiale.

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Abbiamo pubblicato ieri e sintetizzato il nuovo report dell’Agenzia internazionale per l’energia sulla lotta ai cambiamenti climatici. Un documento dal quale arriva un messaggio molto forte in vista della Cop 21 di Parigi: le emissioni mondiali – si spiega – potrebbero iniziare a calare già nel giro di 5 anni e senza costi aggiuntivi, ma per farlo bisogna eliminare gli aiuti alle fonti fossili, aumentare gli impegni nazionali, che devono essere chiari e aggiornati periodicamente, adottare a livello mondiale un obiettivo di lungo termine di riduzione delle emissioni e investire di più su efficienza e rinnovabili.

Quanto sia significativo lo slancio in avanti della IEA, agenzia storicamente conservatrice, lo mostra il fatto che la presa di posizione avvenuta con il report raccolga l’apprezzamento pubblico anche di una delle associazioni ambientaliste più determinate nel chiedere una rivoluzione del sistema energetico mondiale, Greenpeace.

L’associazione in una nota fa sapere di condividere la visione espressa dall’International Energy Agency che, nel rapporto speciale World Energy Outlook chiede a tutti i Paesi obiettivi più ambiziosi per ridurre le emissioni di gas serra. «Siamo alle soglie di una nuova era energetica, e la IEA lo riconosce chiaramente. Il carbone farà presto parte del passato, seguito dal petrolio», afferma Luca Iacoboni, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.

«Occorrono però maggiori sforzi da parte di tutti gli Stati. Concordiamo con la IEA, gli attuali impegni di riduzione delle emissioni presi in vista della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici sono decisamente inferiori rispetto a quanto necessario per mantenere l’aumento di temperatura entro i 2 °C, soglia limite indicata dalla scienza. Tutti i Paesi devono essere più ambiziosi, e gli impegni attualmente sul banco devono rappresentare il punto di partenza minimo».

La diminuzione dell’utilizzo di carbone in Cina nell’ultimo anno, e il conseguente calo delle emissioni di gas serra – si legge nel comunicato di Greenpeace – dimostrano ad esempio che importanti risultati possono essere raggiunti in un breve periodo di tempo. «Questo dovrebbe spingere gli Stati a puntare ad obiettivi più ambiziosi in vista di Parigi».

Greenpeace esprime inoltre soddisfazione per il riconoscimento da parte della IEA del fondamentale ruolo che le rinnovabili stanno avendo nel mantenere grosso modo allo stesso livello dello scorso anno le emissioni di CO2, permettendo contestualmente crescita economica. È ormai provato l’effetto positivo che le rinnovabili hanno sia sull’ambiente che sull’economia, a differenza di tecnologie rischiose e dalla dubbia efficacia come nucleare e CCS (Carbon Capture Storage).

«Come affermato dalla IEA, occorrono maggiori investimenti in energie rinnovabili, tecnologie già oggi economicamente convenienti, mentre bisogna porre fine ai sussidi alle fonti fossili», continua Iacoboni. «Ridurre le emissioni è un’opportunità di business, e non solo un costo. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme per un futuro 100 per cento rinnovabile entro il 2050».

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