Ue, Juncker cancella le norme su qualità dell’aria e rifiuti

  • 17 Dicembre 2014

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Il presidente della Commissione Europea si è mostrato sordo agli appelli e ha deciso di cancellare le proposte legislative pendenti in campo ambientale. Legambiente: “Una decisione assurda che premia le lobby industriali e danneggia l’ambiente”.

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Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha tirato dritto senza ascoltare gli appelli degli ambientalisti, decidendo di cancellare una serie di proposte legislative in campo ambientale pendenti nel processo decisionale comunitario.

Si tratta del pacchetto sulla qualità dell’aria, che dovrebbe fissare limiti più stringenti per emissioni nocive come anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto, e di quello sulla cosiddetta “economia circolare”, che impone un giro di vite sugli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti (70% per quelli municipali e 80% per quelli da imballaggi entro il 2030), vietando anche di gettare in discarica qualunque materiale riciclabile.

A nulla è valso il voto dell’Europarlamento che aveva approvato, con 231 voti contro 121, la proposta dei socialisti di discutere e votare sul programma di Juncker nella prossima sessione di gennaio.

Al posto delle norme cancellate resta la promessa di “farne di migliori il prossimo anno”.

“La decisione presa oggi dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, di cancellare dal suo programma le nuove direttive sulla qualità dell’aria e sull’economia circolare proposte dal precedente esecutivo europeo – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – ci lascia alquanto basiti. Fa veramente impressione sentire dal presidente dell’esecutivo Ue che la salute dei cittadini degli Stati membri e l’ambiente non siano delle priorità “essenziali” da portare avanti e sulle quali lavorare. La rinuncia a regole stringenti sulla qualità dell’aria metterà in pericolo la vita di migliaia di cittadini, e la decisione di non adottare un piano per l’economia circolare contribuirà a portare l’Europa verso un suicidio economico. Eppure più volte la stessa Commissione si è pronunciata a favore di questi delicati temi, ricordando che proprio l’introduzione di nuovi limiti per ridurre lo smog, proposti nel dicembre 2013, potrebbero evitare di qui al 2030 58mila morti premature; mentre le misure per l’economia circolare, proposte nel luglio 2014, potrebbero supplire alla carenza di materie prime nel Vecchio Continente e generare 580mila nuovi posti di lavoro”.

“La decisione di oggi – conclude Ciafani – rappresenta una pesante sconfitta per l’ambiente, mentre per le lobby industriali, e forse anche per le case farmaceutiche visti i pesanti impatti sulla salute, rappresenta una imbarazzante vittoria”.

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