Taglia-bollette, FIRE: cancellare spalma-incentivi e norma su autoconsumo

  • 11 Luglio 2014

Le misure avranno un effetto irrisorio sull bollette delle PMI, ma si ripercuoteranno pesantemente sugli operatori di settore, frenandone o bloccandone lo sviluppo. “Un risultato folle e in contrasto con tutti i proclami a favore dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili”, secondo la Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia.

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Anche FIRE, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, ha presentato in Senato, durante le Audizioni del 9 luglio, un documento con le proprie osservazioni e proposte sulla conversione in legge del D.L. 24 giugno 2014 n. 91. “In particolare – sottolinea Dario Di Santo, direttore di FIRE – la Federazione considera lodevole il tentativo da parte del Governo di ridurre l’impatto del costo dell’energia sulle PMI nell’ambito del D.L., ritenendo però che la complessità del tema e il lungo elenco di errori compiuti dal 2000 ad oggi dovrebbero indurre a una maggiore prudenza e, soprattutto, a un provvedimento quadro dedicato e meditato. Ciò al fine di evitare di sommare ai danni del passato quelli del presente, aggravando la situazione nei prossimi anni.”

Altro aspetto sottolineato nel documento è la necessità di sviluppare l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in un’ottica di mercato poiché possono considerarsi l’unica soluzione ad oggi realmente valida. Le misure contenute agli art. 24 e 26 (cioè la norma che penalizza l’autoconsumo e quella sullo spalma-incentivi per il fotovoltaico, ndr) contrastano purtroppo con tale realtà, in quanto introducono forti incertezze sul mercato, ne indeboliscono gli attori industriali e dei servizi e ne minano lo sviluppo futuro. Per tale motivo FIRE propone l’abrogazione dei suddetti articoli.

Nello specifico l’art. 24 mette in discussione i sistemi efficienti di utenza (SEU), ossia lo strumento fondamentale per lo sviluppo della generazione distribuita da cogenerazione ad alto rendimento e fonti rinnovabili. L’art. 26, invece introduce uno spalma-incentivi obbligatorio per una parte degli impianti fotovoltaici beneficiati dal conto energia, ossia una misura retroattiva che costringerà i produttori a rivedere autorizzazioni, contratti di superficie e contratti con le banche. Entrambe le misure avranno un effetto irrisorio sulle spese energetiche delle PMI, ma si ripercuoteranno pesantemente sugli operatori di settore, frenandone o bloccandone lo sviluppo. “Un risultato folle e in contrasto con tutti i proclami a favore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili”, sottolinea Di Santo.

Ulteriori spunti rilevanti contenuti nel documento, oltre alle proposte di modifica dei commi, sono:

  • In linea con quanto previsto dalla Strategia energetica nazionale (SEN) e dalle direttive 2012/27/UE, 2010/31/UE, 2010/30/UE, 2009/28/UE collegare e subordinare le politiche di riduzione dei costi delle bollette energetiche a quelle di promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili e delle relative filiere industriali e dei servizi, per sfruttare i benefici strutturali collegati a queste ultime ed evitare meri trasferimenti di costi fra diverse categorie di utenti.
  • Continuare a mantenere le valutazioni su RIU e SEU legate all’energia prelevata dalla rete e non a quella consumata in ragione dei benefici energetici e ambientali (costi sociali evitati) portati da questi sistemi (e dai SEU in particolare), oltreché per tenere conto dei diritti acquisiti. Non si ritiene opportuno introdurre delle distinzioni fra i SEU realizzati prima o dopo una certa data (come il 31 dicembre 2014 indicato nel comma 2), in quanto sistemi strategici per lo sviluppo efficiente della generazione distribuita, e come tale meritevoli di supporto a prescindere dalla data di entrata in esercizio.

Il documento FIRE presentato al Senato (pdf)

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