Come risparmiare subito 100-200 milioni di euro per l’illuminazione pubblica

  • 12 Giugno 2014

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Il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è di 107 kWh, più del doppio della Germania e della Gran Bretagna. Sul costo annuo di circa due miliardi di euro, grazie all'efficientamento e al supporto delle nuove tecnologie, come i led, in Italia si potrebbe risparmiare fino a un miliardo l'anno. Ma nel breve 100-200 milioni.

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Riducendo l’illuminazione delle strade italiane e adottando soluzioni di efficientamento energetico, in Italia ogni anno si potrebbe risparmiare fino ad un miliardo di euro. Naturalmente, ottenere risparmi di quest’ordine di grandezza richiede tempo e investimenti, ma tagli alla spese per circa 100-200 milioni l’anno possono invece essere ottenuti nel breve periodo attraverso lo spegnimento delle luci ‘non necessarie’ e utilizzando tecnologie innovative. Lo scrive nel blog ‘Revisionedellaspesa.gov.it‘ Carlo Cottarelli, Commissario Straordinario per la Revisione delle Spesa.

L’illuminazione stradale in Italia ci costa circa due miliardi di euro l’anno e grava prevalentemente sulle finanze dei Comuni. Il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è di 107 kWh, più del doppio della Germania e della Gran Bretagna e un terzo in più della Francia; a Berlino gli abitanti per punti luce sono 15,6, mentre a Milano sono 9,4. Questo comporta uno spreco di denaro pubblico e un inquinamento luminoso i cui danni economici non vanno sottovalutati.

Utilizzando tecnologie a led per l’illuminazione pubblica, rimpiazzando punti luce che disperdono verso l’alto, eliminando l’illuminazione eccessiva e riducendo quella delle strade a scorrimento veloce, di aree ad uso industriale o artigianale e di zone urbanizzate non edificate, i Comuni, come detto, potrebbero risparmiare fino a un miliardo di euro l’anno. “Ma il grosso dei risparmi richiede investimenti”, ribadisce Cottarelli. Per mettere in campo gli interventi bisgonerebbe quindi, secondo il Commissario per la spending review, considerare forme di partenariato pubblico-privato che evitino l’esborso immediato di risorse da parte del settore pubblico, mobilizzando inoltre alcuni fondi europei con finalità di efficientamento energetico.

In Francia migliaia di comuni hanno ormai deciso di spegnere le luci nelle ore notturne; un accorgimento che in Italia troverebbe come ostacolo gli interessi di alcune municipalizzate che rivendono elettricità e sono così inefficienti in termini di costi del personale e in generale nei costi fissi, che – scrive Cottarelli – si sostengono solo con la vendita di quantità di energia in eccesso ai Comuni controllanti. Riducendo i consumi a quanto effettivamente necessario, le municipalizzate andrebbero in rovina, bisognerebbe quindi adottare delle soluzioni alternative che ne consentano l’efficientamento.

Non è la prima volta che la questione dell’eccessiva illuminazione pubblica stradale viene sollevata in Italia. Le obiezioni che vengono mosse a misure di risparmio in quest’area sono di diverso tipo ma, secondo il Commissario sarebbero tutte infondate. C’è chi teme, ad esempio, che la riduzione dell’illuminazione avrebbe come conseguenza una minore sicurezza per chi, a tarda ora, rientrerebbe a casa. La preoccupazione è comprensibile, anche se diversi studi hanno concluso che non esiste evidenza empirica di un legame tra intensità della illuminazione stradale e tasso di criminalità. Ma va sottolineato che le misure di revisione delle modalità e della quantità di illuminazione pubblica non dovrebbero prevedere lo spegnimento delle luci urbane, ma piuttosto, come abbiamo già scritto, una riduzione degli sprechi.

Una volta abbandonata l’ancestrale paura del buio, non esisterebbero quindi altri impedimenti insormontabili a questa operazione di efficientamento energetico del settore dell’illuminazione pubblica e, considerando che l’Italia importa gran parte delle risorse energetiche, i benefici interesserebbero anche la bilancia commerciale. “Si tratta di muoversi con decisione, mobilitando i Comuni e l’opinione pubblica – conclude Cottarelli – predisponendo un programma di investimenti in risparmio energetico che non puo’ che giovare al paese”.

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