Rinnovabili ed efficienza, come fare impresa anche all’estero

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"L'Italia deve investire in fonti rinnovabili guardando non solo al mix energetico nazionale, ma soprattutto al mercato globale", ha detto l'ex ministro Corrado Clini, ad un convegno a Solarexpo-The Innovation Cloud 2014. I diversi strumenti e le agenzie che aiutano le imprese italiane del settore ad esportare e ad investire all'estero.

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“Sulle fossili non possiamo competere. L’Italia risponda alla sfida mondiale dell’energia puntando su investimenti in tecnologie pulite anche all’estero”. È questo l’avvertimento lanciato da Corrado Clini, direttore generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente, che oggi è stato tra i relatori del convegno “‘Sistema Italia’ di sostegno all’export sui mercati emergenti a per l’internazionalizzazione del sistema industriale e delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”, tenutosi questa mattina a Solarexpo-The Innovation Cloud nell’ambito dell’Internationalization Hot Spot.

“Le rinnovabili – ha fatto notare l’ex ministro dell’Ambiente – hanno il vantaggio di non richiedere materie prime, ma solo cervello e di dare energia in tempi molto rapidi. Potenze emergenti come Cina, India e Brasile stanno investendo su queste fonti non tanto per rispettare vincoli ambientali, quanto perché sono un modo efficace di soddisfare il crescente fabbisogno energetico. Per questo l’Italia deve investire in rinnovabili guardando non solo al mix energetico nazionale, ma soprattutto al mercato globale. La lista di paesi emergenti che come le potenze citate stanno seguendo la strada delle fonti pulite e dunque sono interessanti è lunga, solo per citarne alcuni: Nigeria, Marocco, Messico, Cile, Mozambico, Angola, Colombia”.

Con il taglio degli incentivi e la crisi economica, molte imprese italiane delle rinnovabili e dell’efficienza energetica stanno da tempo guardando con attenzione all’estero. Le aziende italiane in questi anni hanno accumulato un notevole know-how e sono molti i mercati emergenti che offrono opportunità nel campo delle energie pulite, sia per andare ad operare in loco che per esportare tecnologie.

Nel convegno di questa mattina si è parlato degli strumenti che possono aiutare le aziende. L’attenzione delle nostre imprese verso l’estero è alta e lo mostrano bene i dati presentati da Mariarosa Fragrasso, responsabile area internazionalizzazione di Anie: oltre l’80% delle PMI del settore energia censite dalla federazione ha rapporti con altre nazioni, anche se la maggior pare si limita alla sola esportazione; una minoranza apre invece siti produttivi all’estero. Sempre più importanti i paesi emergenti che, avverte Fragrasso, “presentano grandi opportunità ma anche grandi rischi”. Se esportare è relativamente facile, internazionalizzare un’impresa è molto più complesso.

Per fortuna esistono diversi strumenti che aiutano le imprese italiane in questo settore. Dal punto di vista finanziario, ad esempio, molto interessanti sono  i servizi forniti da Simest, la Società italiana per le imprese all’estero, spa controllata da Cassa Depositi e Prestiti che offre “strumenti che è importante conoscere per non perdere importanti occasioni”, ha spiegato Gloria Targetti. Altri servizi presentanti quelli di Sace, che offre export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero, garanzie finanziarie, cauzioni e factoring. “Da quando abbiamo iniziato ad occuparci anche di energie pulite abbiamo erogato 3,5 miliardi di euro di garanzie per investimenti all’estero in questi settori”, ha riportato Luca Passariello, head of advisory sales della società, spiegando come si valuta il rischio-paese di un mercato: sul piatto della bilancia, assieme alla stabilità politica e ai vari parametri economici, conta molto anche la certezza normativa.

Enti preziosi per le imprese che vanno all’estero intervenuti al convegno sono il GSE, che ha parlato di Corrente, il progetto del GSE per aggregare e valorizzare la filiera italiana cleantech, l’Agenzia ICE, ex istituto per il commercio estero, e la stessa federazione Anie che svolge un ruolo attivo di supporto all’export e l’internazionalizzazione dell’industria elettrotecnica ed elettronica italiana.

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