Fotovoltaico, più luce alle celle con il grafene

Se applicato a celle che assorbono uno spettro luminoso molto ampio, come le celle organiche di più recente concezione, il grafene garantisce prestazioni superiori all'ossido di indio drogato allo stagno. Mentre l'ITO blocca certe lunghezze d'onda di luce, infatti, il grafene lascia passare il 97% della luce, a prescindere dalla lunghezza d'onda.

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Il grafene, uno strato di carbonio dello spessore di un atomo, estremamente resistente e dall’ottima conduttività, è un materiale a cui da tempo il mondo del fotovoltaico guarda con interesse. Un nuovo studio dell’A*STAR Institute of High Performance Computing di Singapore mostra che potrebbe essere usato come elettrodo trasparente per le celle FV, rimpiazzando il più fragile e costoso ossido di indio drogato con stagno (ITO).

Se applicato a celle che assorbono uno spettro luminoso molto ampio, come le celle organiche di più recente concezione, si è scoperto, il grafene garantisce prestazioni superiori all’ossido di indio. Mentre l’ITO blocca certe lunghezze d’onda di luce, infatti, il grafene lascia passare il 97% della luce, a prescindere dalla lunghezza d’onda.

Abbiamo pubblicato qui il press release in inglese diffuso dall’A*STAR Institute of High Performance Computing
Qui lo studio pubblicato sull’IEEE Journal of Selected Topics in Quantum Electronics

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