Novità che portano incertezza per le rinnovabili in Romania

  • 12 Giugno 2013

Il nuovo decreto sulle rinnovabili emanato da Bucarest il 7 giugno scorso porta scompiglio nel mercato delle energie pulite rumeno, uno dei più promettenti in Europa al momento e un lido che ha attirato molti imprenditori italiani. Sospensione di parte dei Certificati Verdi, stop al fotovoltaico sui terreni agricoli, contingenti ed altro ancora: uno sguardo alle novità.

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Novità che portano incertezza nel mercato delle rinnovabili rumeno, uno dei più promettenti in Europa al momento e un lido che ha attirato molti imprenditori italiani. Lo scorso 7 giugno il governo di Bucarest ha emanato un decreto che tra le altre cose prevede la sospensione temporanea di parte dei Certificati Verdi cui hanno diritto gli impianti a fonti rinnovabili e che dà uno stop al fotovoltaico su terreni agricoli.

A partire dal primo luglio 2013 il provvedimento nega infatti il riconoscimento dei Certificati Verdi agli impianti fotovoltaici realizzati su terreni che a tale data avranno destinazione di utilizzo agricolo.

Sempre a partire dal primo luglio 2013 si stabilisce di differire temporaneamente il riconoscimento di un certo numero di Certificati Verdi in base alla fonte: 1 CV per l’eolico, 1 CV per l’idroelettrico inferiore a 10 MWp e 2 CV per il fotovoltaico. I Certificati Verdi verrebbero recuperati a partire dal primo gennaio 2018 per l’eolico e dal primo aprile 2017 per le altre due fonti. La restituzione deve avvenire integralmente entro il 31 dicembre 2020. In pratica nel periodo suddetto gli impianti fotovoltaici si potranno basare su un cash-flow da 4 CV per Mwh di elettricità prodotta. Risulta che tale norma verrà applicata a tutti gli impianti anche quelli già in funzione. ANRE, l’agenzia rumena per le rinnovabili, dovrà stabilire le modalità operative di recupero scaglionato dei Certificati Verdi “congelati” attraverso un’apposita legislazione secondaria, che acquista importanza fondamentale, ma sulla quale non c’è in questo momento alcun elemento di valutazione.

La norma originariamente stabiliva anche l’esenzione dall’acquisto di una certa quota di CV per i grandi consumatori di elettricità. Nella sua forma attuale invece prevede che l’eventuale esenzione venga prima approvata dal Governo, trasposta in un ordine di ANRE e poi notificata alla Commissione Europea.

Altra novità: non si potranno più stipulare contratti bilaterali di vendita dei CV del tipo “over the counter”, ossia attraverso una stipula diretta e bilaterale fra produttore di elettricità da fonti rinnovabili e fornitore di energia elettrica ai clienti finali. Tutto dovrà passare attraverso l’apposita Borsa, mentre verrà costituito un fondo per l’acquisto dei CV invenduti e un obbligo trimestrale di adempimento della quota d’acquisto di CV da parte dei fornitori di elettricità

Il Decreto Legge stabilisce che gli operatori di rete hanno il diritto di richiedere garanzie finanziarie all’atto dell’emissione dell’ATR, il permesso tecnico di
allacciamento.

Il Governo ha introdotto anche una limitazione al totale degli impianti accreditati annualmente per ogni fonte. La base di calcolo da prendere in considerazione in questo momento sarebbe la versione attualizzata del Piano Nazione di Azione per il settore delle energie rinnovabili (PNAER), che però non è ancora stata diffusa. Quindi non si sa il tetto che verrà posto per il 2013 alle diverse fonti.

Si ringrazia Adrian Dimache, segretario generale della  Camera di Commercio italiana per la Romania. In allegato il bollettino Energia della Camera di Commercio che spiega e commenta le novità normative (pdf).

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