The Innovation Cloud, capire le tendenze dei mercati delle rinnovabili e dell’efficienza

A pochi giorni dalla nuova edizione di Solarexpo, quest’anno ricompresa nel più ampio concept espositivo de “The Innovation Cloud”, Qualenergia.it intervista Luca Zingale, direttore scientifico della manifestazione che si svolgerà a Milano (8-10 maggio). Internazionalizzazione e “ibridazione” tra tecnologie sono due delle parole-chiave dell’evento, e delle sfide di un mercato sempre più complesso e in evoluzione.

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Fin dalla sua prima edizione nel ‘lontano’ 1999,  Solarexpo ha rappresentato un fondamentale momento di incontro annuale della comunità nazionale del solare, ma anche delle altre rinnovabili e dell’efficienza energetica. Questo non solo per la sua esposizione di tecnologie, cresciuta fino a diventare la seconda per importanza in Europa, ma anche per il corpus di eventi convegnistici, sempre di alto livello e con la capacità di anticipare spesso le tendenze del mercato. A coloro che mi chiedevano di conoscere meglio questi nuovi mercati negli anni anni passati mi sono più volte permesso di consigliare una vera e propria full immersion nella tre giorni di Vicenza e poi di Verona, precedenti sedi della fiera. In uno spazio e un tempo concentrato era possibile dedicarsi ad un utile aggiornamento professionale, dentro un evento che ha sempre avuto anche uno spiccato respiro internazionale. Ora molte cose stanno cambiando nell’economia mondiale e nel settore, e anche Solarexpo assume una visione nuova: quest’anno confluirà – restandone peraltro l’evento tematico più importante – nella nuova piattaforma multi-tecnologica “The Innovation Cloud” e cambierà sede: l’evento è ospitato dalla Fiera di Milano-Rho dall’8 al 10 maggio.

Chiediamo al direttore scientifico, Luca Zingale, fondatore e deus ex machina dell’evento, di spiegarci questo nuovo concept e le sue connessioni con Solarexpo.

Zingale – Con il concetto di ‘Innovation Cloud’ abbiamo voluto tenere conto di una sempre più stretta ibridazione delle tecnologie energetiche. Pensiamo alle aziende del fotovoltaico che hanno visto calare rapidamente il loro core business. Da una parte hanno cercato di diversificare i mercati in cui operano e dall’altra di diversificare il portafoglio tecnologico. Abbiamo assistito a casi interessanti come aziende del FV che hanno iniziato ad offrire servizi di climatizzazione con pompe di calore, illuminazione stradale o pacchetti di e-mobility. Con una certa creatività si sta cercando di uscire dalla monocultura del fotovoltaico. Questo è stato un segnale che ci ha fatto capire che eravamo sulla strada giusta nel concetto del ‘Cloud’. Anche lo stesso visual del Cloud, in cui le orbite dei vari pianeti che rappresentano le varie tecnologie delle rinnovabili, delle nuove tecnologie di rete e dell’efficienza si intersecano, dà conto del fatto che non esisterà più quello specialismo esasperato di qualche anno fa.

Questa possibile evoluzione è anche un effetto delle nuove normative e di una domanda diversa?

Se pensiamo ad esempio agli edifici nearly zero energy obbligatori già da fine 2018 per tutti i nuovi edifici pubblici o a uso pubblico, vediamo che nulla si dice su quali tecnologie andranno applicate. Per questo motivo i progettisti dovranno saper padroneggiare un set ampio di tecnologie. Il compito è diventato più complesso, perché oggi il professionista deve offrire soluzioni. Parlare insieme di rinnovabili ed efficienza energetica è far capire che questi due comparti sono sempre più connessi. Oggi un proprietario di un edificio commerciale o industriale è interessato ad avere una bolletta ridotta e ad un elevato grado di autonomia energetica. Dal punto di vista del committente c’è in fondo una sostanziale “laicità” nella scelta delle tecnologie da usare a questo scopo. Pensiamo anche dal punto di vista delle amministrazioni locali e all’idea della futura smart city. Questa di fatto è un insieme di edifici intelligenti, di tecnologie di rete abilitanti e di mobilità intelligente e anche qui c’è bisogno di integrare molte soluzioni e tecnologie. Nel building un esempio chiaro di integrazione è derivato dal fortissimo calo dei costi del fotovoltaico: fenomeno che ha reso decisamente più attraente l’utilizzo delle pompe di calore reversibili abbinate appunto al solare, una soluzione per la climatizzazione a emissioni zero / quasi zero che non è più riservata esclusivamente alla fascia più alta del mercato.

Osmosi tra campi disciplinari e tecnologie, quindi …

Dal solare alle altre rinnovabili elettriche, passando per lo storage e alle altre tecnologie delle smart grid, alle rinnovabili termiche, per finire ai grandi campi (tuttora poco ‘battuti’) dell’efficienza, secondo noi era tempo di avere un’idea di connessione e finalmente di poterla presentare in maniera unitaria. Dal punto di vista dell’esposizione di quest’anno posso affermare che molti espositori sono rimasti incerti sul dove collocarsi all’interno degli spazi fieristici, perché la loro offerta si sta appunto diversificando. Tuttavia Solarexpo rappresenta ancora tre quarti del totale dell’esposizione. Resta per così dire il pianeta più luminoso, ma il nostro è un progetto che ha una prospettiva di sviluppo pluriennale , proprio pensando che questo concetto di osmosi e di ibridazione delle tecnologie si affermerà in modo crescente.

Di fronte a questa evoluzione e forse per le nuove esigenze della committenza, ritieni che gran parte dei professionisti o le stesse aziende siano pronti a questo cambio di paradigma oppure questo approccio prova ad anticipare un po’ i tempi del mercato che sarà?

Abbiamo sempre puntato come organizzatori a mettere molta “market intelligence” nel nostro evento, e ad anticipare quindi le tendenze. Ricordo che per il FV quando nel 2009 tutti gli operatori erano impegnati per così dire “a testa bassa” a cogliere tutte le opportunità di breve periodo offerte dal conto energia, avevamo per primi segnalato nel nostro ‘Italian PV Summit’ alcuni problemi strutturali dell’industria del settore – primo fra tutti il problema della scala minima efficiente di produzione – che poi in parte si sono manifestati.

Il programma convegnistico prova a rispecchiare questa filosofia che hai delineato?

Il nostro programma con una sessantina di eventi è un elemento identitario di Solarexpo e ora di The Innovation Cloud. Molto ci sarebbe da dire e da segnalare in questo ampio ventaglio di conferenze internazionali, convegni nazionali, workshop tecnici, eventi associativi. Accenno solo all’evento di punta per l’industria fotovoltaica internazionale, il “Global Solar Summit”, a “Res4Med” a un anno dalla nascita, e – per  il mercato italiano del fotovoltaico – all’evento di apertura sui nuovi business model da mettere in campo per affrontare l’era, in cui siamo già a tutto titolo entrati, della generazione in grid parity. E poi a “NextBuilding”, che mette finalmente a fuoco una definizione rigorosa di “NZEB” (edifici a energia quasi zero, ndr), al premio “European GreenBuilding Award 2013” della Commissione Europea, che negli anni dispari verrà consegnato a Milano e negli anni pari a Francoforte. Un riconoscimento prestigiosissimo, specializzato sugli edifici non residenziali, che vedrà la presenza di importanti studi di architettura da tutta Europa. Una novità sarà anche un secondo “question time” del GSE, che affianca quello ormai classico sul conto energia FV, sul conto termico e le sue regole applicative, e sui certificati bianchi. E tanti altri argomenti, sempre affrontati dai massimi esperti: storage, smart grid e inverter intelligenti per un’integrazione sempre più efficace delle rinnovabili non programmabili nelle reti elettriche di distribuzione e trasmissione , ristrutturazione di edifici su larga scala e di interi quartieri come via maestra per dare reale concretezza al concetto di “smart city”, regole applicative sul fine vita dei moduli FV (oggi in Italia ne sono installati più di 80 milioni), impatto del nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche sulle fonti diverse dal fotovoltaico (solare termodinamico, minieolico, mini-idroelettrico, biogas), frontiere del biometano, opportunità offerte dalla finanza “verde” per superare la terribile situazione di credit crunch che paralizza le imprese in questa difficile fase macroeconomica, e molti altri temi che sarebbe difficile elencare esaustivamente qui.

Per quanto concerne l’area espositiva, con le oltre 500 aziende presenti, che novità ci saranno?

Fra le novità segnalo ad esempio l’area “E:Move” perché ritengo che la mobilità elettrica e ibrida plug-in siano tecnologie che ben illustrano le tante nuove frontiere di mercato per il fotovoltaico. Sottrarre quote alla mobilità basata sulle fonti fossili è fondamentale. La città intelligente che immaginiamo per una qualità di vita sostenibile è una città molto più “elettrica”, dalla climatizzazione degli edifici ai trasporti, perché l’obiettivo è migliorare radicalmente la qualità dell’aria, un parametro su cui l’Italia è drammaticamente indietro: ricordo che dal recente studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, 15 delle 30  città europee con la peggiore qualità dell’aria sono proprio italiane. Un’altra area espositiva che segnalo è quella “E:Storage, come fondamentale tecnologia abilitante sia per lo sviluppo di impianti fotovoltaici sempre più indirizzati all’autoconsumo che per supportare nelle reti elettriche una penetrazione crescente delle rinnovabili. Poi MiniWind dedicata al mini eolico, Polygen su cogenerazione e trigenerazione e la filiera italiana del solare termodinamico. Non mancherà, in esposizione da parte degli specialisti, ma anche presso molti espositoridel solare, il lighting a Led, soprattutto con proposte nell’illuminazione pubblica.

Una novità dell’evento fieristico sarà anche l’International Hot Spot. Di cosa si tratta esattamente?

International Hot Spot, dopo l’ibridazione, è l’altra sfida di The Innovation Cloud: l’accompagnamento del sistema delle imprese sulle frontiere dei mercati emergenti. Perché, con la flessione della domanda della “vecchia Europa”, l’internazionalizzazione è una sfida ineludibile. Ospiteremo delegazioni qualificate di una quindicina di paesi, maturi ed emergenti: l’Ucraina, la Serbia, il Cile, Il Sud Africa, il Messico, la Turchia, solo per fare qualche esempio. Paesi che registrano un elevato tasso di crescita del Pil, di crescita demografica e di urbanizzazione: sono quindi tutte nazioni con una crescente domanda di energia elettrica. Gran parte di questi non sono produttori di petrolio o gas e quindi vedono nel solare e nelle altre rinnovabili una chiave di risposta importante.

Cosa offriranno queste delegazioni alla Fiera di Milano?

Presenteranno il sistema paese, gli schemi incentivanti in vigore, spiegheranno il clima creato per l’attrazione degli investimenti esteri, e quindi proveranno a facilitare alle piccole e medie imprese italiane ed europee la conoscenza di questi mercati, fornendo loro anche gli strumenti per accedervi. Ci sarà anche un corso avanzato per export manager organizzato da IHS, tra i migliori centri di ricerca e consulenza al mondo in questo campo, che illustrerà come si fa market intelligence.

Perché un professionista del settore non dovrebbe perdersi questo evento?

Ancora più il format multi-tecnologico dell’Innovation Cloud, – sua volta rafforzato dal focus forte sul fotovoltaico di Solarexpo –  dà la possibilità di documentarsi sullo stato dell’arte tecnologico, sulle novità normative e avere strumenti di formazione avanzata. Siamo fiduciosi che vi sarà un’ampia partecipazione. Insomma, sarò anche di parte, ma credo che questo sia un evento che non si possa assolutamente perdere, soprattutto in una fase di grande mutazione del mercato di tutte le tecnologie energetiche innovative.

Per approfondire l’evento “The Innovation Cloud 2013”

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