Scenario 2030, ecco come sterzerà verso le rinnovabili

Il 70% della nuova potenza installata da qui al 2030 verrà dalle fonti pulite, prevede uno studio di Bloomberg New Energy Finance. Gli investimenti annuali in energia verde moltiplicati per un fattore compreso tra 2,5 e 4,5. A spingere la crescita sarà il calo dei costi e la maggiore competitività con le fonti convenzionali.

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Il futuro è delle rinnovabili: il 70% della nuova capacità installata da qui al 2030 verrà dalle fonti pulite e gli investimenti annuali in energia verde saranno moltiplicati per un fattore compreso tra 2,5 e 4,5. A spingere la crescita il calo dei costi che vede le nuove fonti ormai competitive con le convenzionali. Lo prevede un report di Bloomberg New Energy Finance, presentato ieri pomeriggio.

Un trend che comunque non si discosta moltissimo da quanto è avvenuto dallo scorso decennio in Europa: nel 2000 il nuovo installato delle rinnovabili si fermava a 3,5 GW, nel 2011 è arrivato a 32 GW. In 11 anni si sono installati in totale 302,6 GW di potenza elettrica e a crescere di più sono gas (116 GW), eolico (84,2 GW) e fotovoltaico (47,4 MW). E poi arriva il dato 2012: lo scorso il 64% della nuova capacità elettrica è stata da fonti rinnovabili (Qualenergia.it), circa 30 GW contro i 44 totali. Tanto per dare un dato, dal 2000 al 2012, la nuova potenza di eolico e FV è di 165,7 GW contro 121 GW del gas. Negativo il saldo di carbone, olio e nucleare.

Tornando alla previsione BNEF, per la scala mondiale, si nota che si basa su un modello che tiene conto di tutte le principali variabili in gioco, economiche, tecnologiche, energetiche e di policy, così da delineare tre scenari: uno ottimistico (per chi crede nelle rinnovabili), uno conservativo e uno mediano, definito come il più probabile. Tutti è tre sono caratterizzati da una forte crescita delle rinnovabili. Se nel “mediano” si parla di un aumento del 230% degli investimenti in rinnovabili, che porterebbe la cifra annuale a 630 miliardi di dollari, nel più ottimista si parla di 880 miliardi l’anno. Tuttavia anche nel più conservativo gli investimenti crescerebbero comunque fino a 470 miliardi l’anno.

Per restare sullo scenario intermedio, definito come il più probabile, è da notare che la previsione sulla crescita delle fonti pulite, in termini di capacità installata, è stata rivista al rialzo del 25% rispetto alla stima fatta dalla stessa BNEF solo un anno fa: si parla di 3.500 GW di nuova potenza da rinnovabili installata nei prossimi 17 anni e quella sugli investimenti è stata innalzata del 35%. In questo scenario il 70% della nuova potenza, come anticipato, verrà dalle rinnovabili (idroelettrico incluso), il 25% dalle fossili e il 5% da nucleare. A fare la parte del leone nelle previsioni di BNEF sono eolico e fotovoltaico che peseranno rispettivamente per il 30 e il 24% della nuova potenza.

Bloomberg dunque vede le fonti pulite crescere molto più che in altre ipotesi di scenario, come il New Policies Scenario, lo scenario intermedio dell’ultimo World Energy Outlook della IEA, che nello stesso periodo stima che solo il 57% della nuova potenza sia da rinnovabili (sempre grande idro incluso). In termini di produzione, invece, BNEF stima che le fonti pulite possano al 2030 coprire il 37% del mix elettrico mondiale, dal 22% attuale.

“Nonostante le recenti notizie di un calo dal 2011 degli investimenti in energia pulita, le rinnovabili saranno il grosso della nuova potenza installata, anche nello scenario meno ottimistico ipotizzato su circostanze economiche e in base a politiche di sostegno – commenta Guy Turner, direttore della ricerca a BNEF – Si passerà da una crescita spinta sostenuta da politiche di incetinvazioni ad una una spinta guidata dal calo dei costi che incontrerà la domanda naturale.”

Importantissimo sarà comunque, sottolinea il report, pianificare l’integrazione delle fonti intermittenti e non programmabili, come FV ed eolico, nel sistema elettrico. Serviranno investimenti consistenti in reti, accumuli e sistemi di gestione.
Tra energie fossili e rinnovabili, vinceranno le seconde, come spiega Michael Liebreich, CEO della società di consulenza, la situazione attuale costituita da overcapacity e dalla ‘lusinga ingannevole’ dello shale gas a basso prezzo, “si scontrerà con un futuro in cui i costi delle tecnologie per le rinnovabili e la loro integrazione nella rete sarà in costante calo. E i costi in calo vincono. Quello che (lo studio, ndr) suggerisce è che siamo al punto di svolta verso un futuro con energia più pulita”.

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