Il Libro verde Ue che preoccupa le rinnovabili ora è in consultazione

  • 22 Aprile 2013

Il ministero dello Sviluppo Economico ha aperto ufficialmente la consultazione pubblica sul Libro verde, il documento che disegna il quadro al 2030 delle politiche energetiche e climatiche dell'Unione europa. Un documento che contiene in embrione una possibile retromarcia negli impegni su clima ed energia.

ADV
image_pdfimage_print

Venerdì il ministero dello Sviluppo Economico ha aperto ufficialmente la consultazione pubblica sul Libro verde, il documento redatto dalla Commissione europea che disegna il quadro al 2030 delle politiche energetiche e climatiche dell’Unione europa. Il Libro verde resterà in consultazione sul sito del MiSE fino al 31 maggio. Sarà possibile rispondere alle domande poste dall’esecutivo comunitario nella propria consultazione oppure a quelle più sintetiche formulate dal dicastero di Via Veneto. Si potrà in ogni caso allegare un documento al termine della consultazione (vedi link in fondo).

Il Libro è stato adottato dalla Commissione lo scorso 27 marzo e ha contenuti che hanno suscitato preoccupazione tra chi crede nella necessità di una transizione energetica rapida per ridurre le emissioni. Come sottolineava GB Zorzoli in un recente intervento su questo sito (QualEnergia.it, Inquietanti cambiamenti della politica europea su clima ed energia?), il documento contiene diversi pasaggi dietro ai quali si potrebbe nascondere una frenata nell’impegno a ridurre le emissioni promuovendo rinnovabili ed efficienza energetica.

Oltre a sottolineare che le sfide alla gestione dei sistemi energetici poste dalla penetrazione delle rinnovabili sono state in alcuni casi sottovalutate, citando l’impatto che in alcuni paesi le misure di sostegno alle rinnovabili hanno avuto sull’integrazione del mercato dell’energia, il Libro mette in dubbio che eventuali obiettivi al 2030 delle politiche climatiche ed energetiche debbano essere legalmente vincolanti e che ci si debba porre un obiettivo in termini di riduzione assoluta delle emissioni, piuttosto che di intensità energetica, ossia consumi per unità di PIL.

Il Libro parla esplicitamente di “necessari compromessi tra gli obiettivi di competitività, sicurezza dell’approvvigionamento energetico e sostenibilità sottolinea la necessità di “consentire lo sfruttamento delle risorse interne di petrolio e gas, convenzionali e non convenzionali, in condizioni ambientalmente sicure”.

“Un cambiamento di rotta così radicale – sottolineava Zorzoli nel commentare il documento – non può in alcun modo essere sottovalutato e richiede una campagna di controinformazione capace di determinare risposte alle domande oggetto della consultazione che ribadiscano la priorità, per un efficace politica di contrasto al cambiamento climatico, dell’impegno per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili, quali componenti essenziali della transizione vero la Green Economy”.

Un commento negativo su libro lo avevamo poi raccolto anche intervistando il professor Arturo Lorenzoni, esperto di rinnovabili dell’Univeristà di Padova: “Relativamente al possibile futuro sviluppo delle fonti rinnovabili – aveva avvertito – elementi di timore provengono secondo me dall’analisi del Libro verde (…) Personalmente non vedo positivamente le indicazioni che vi vengono tracciate, soprattutto perché non vi si prevede nessun passaggio concreto verso la transizione energetica ma, anzi, introduce un principio nuovo che guarda ad una forte attenzione verso la sicurezza dei servizi energetici. Un documento che sembra mostrare una possibile via di uscita da una transizione spinta che invece era presente nella direttiva del 2009. Per me si tratta di un fattore di allarme”.

Qui il Libro verde in pdf e qui l’annuncio del MiSe con i link.

ADV
×