Assoelettrica non crede ai benefici che il fotovoltaico porta al PUN

Il dato sul beneficio del fotovoltaico in termini di riduzione del prezzo dell'energia, fornito da Althesys “non corrisponde ad alcun elemento di fatto”. Assoelettrica mette in dubbio la cifra contenuta nel capitolo dedicato all'analisi costi benefici delle rinnovabili per l'Italia dell'annuale Irex report presentato ieri.

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Il dato sul beneficio del fotovoltaico in termini di riduzione del prezzo dell’energia, fornito da Althesys “non corrisponde ad alcun elemento di fatto”. A mettere in dubbio la cifra contenuta nel capitolo dedicato all’analisi costi benefici delle rinnovabili per l’Italia dell’annuale Irex report presentato ieri è Assoelettrica. “Nello studio viene affermato che il fotovoltaico avrebbe fatto risparmiare 1,4 miliardi di euro su base annua – si legge in una dichiarazione raccolta dall’agenzia il Velino – La cosa non corrisponde ad alcun elemento di fatto: il fotovoltaico, che costa 6,7 miliardi all’anno di incentivazioni, ha soltanto spostato i valori delle medie orarie dei prezzi di Borsa, per cui oggi il picco di prezzo non coincide più con la massima domanda di energia. Il conto finale rimane in pareggio e questi scostamenti statistici all’interno delle 24 ore non hanno influenza alcuna nella definizione dei prezzi complessivi pagati dai consumatori, sui quali grava invece interamente l’onere degli incentivi.”

La contestazione dell’associazione dei grandi dell’energia convenzionale, per chi fosse nuovo dell’argomento, si riferisce alla valutazione fatta da Althesys dell’effetto peak-shaving, ossia del fenomeno per il quale, l’energia a costo marginale nullo immessa sul mercato dalle rinnovabili taglia il prezzo dell’elettricità in Borsa nelle ore del picco di domanda diurna, quando produce il fotovoltaico. Nel 2012 la differenza tra il PUN nelle ore di picco in cui è immessa in rete l’energia prodotta dagli impianti FV e il PUN delle ore di picco non solari è variata, in base al livello della domanda, tra gli 8 e i 42 €/MWh, contro i 2-14 €/MWh dell’anno precedente. Ciò ha permesso, secondo la società di consulenza, un risparmio stimabile in quasi 1,42 miliardi di euro nel 2012, contro i 396 milioni del 2011. E’ così o invece, come sostiene Assoelettrica, al netto dello scompiglio che ha creato sul mercato elettrico, portando i prezzi ad aumentare in altre fasce, il FV no ha fatto portato alcun beneficio?

In realtà lo studio, di cui abbiamo parlato ieri (QualEnergia.it, Quei 50 miliardi che le rinnovabili faranno risparmiare all’Italia), tiene già conto dell’obiezione sollevata dall’associazione, ossia che l’azione del FV durante la fascia diurna ha comportato un parallelo aumento dei prezzi dei prezzi nelle ore serali, nelle quali gli impianti convenzionali recuperano i guadagni erosi di giorno dal solare. Questo rialzo del picco serale – si legge nel report – ha portato un maggiore onere nel 2012 rispetto all’anno precedente di 586 milioni di euro. Dunque non annulla affatto la riduzione di prezzo che il fotovoltaico porta nella fascia diurna. Per la precisione, volendo fare una valutazione prudenziale del beneficio del peak-shaving nel 2012 si può ipotizzare di sottrarre da 1,42 miliardi di euro risparmiati nelle ore diurne i circa 586 milioni imputabili al rialzo dei prezzi nelle ore serali: resta un beneficio netto pari a circa 838 milioni di euro.

Per chi fosse interessato ad approfondire come si calcolano i benefici del peak-shaving consigliamo questo articolo apparso sul numero di novembre/dicembre 2011 della nostra rivista bimestrale (pdf)

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