La Commissione Europea: tagliare del 40% le emissioni entro il 2030

Per il commissario per il Clima, Connie Hedegaard, è tempo di fissare gli obiettivi vincolanti dell’Unione Europea per il 2030. Un eventuale nuovo target comunitario, sul modello "30-30-30" non sarebbe però sufficiente. Altro obiettivo indicato è l'aumento al 25% della quota di rinnovabili. Ma la strada non sarà affatto facile.

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La Commissione europea cercherà di convincere gli Stati membri dell’Unione a raddoppiare gli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 del 40% nel 2030, così da fare da apripista a una strategia globale contro il riscaldamento del pianeta. “E’ tempo di fissare i nostri obiettivi per il 2030 – ha spiegato il commissario per il Clima, Connie Hedegaard – Una consultazione aperta fino al 2 luglio dovrebbe raccogliere le opinioni e le posizioni dei governi, delle imprese e delle Ong nella redazione di un Libro contenente tutte le proposte sul tappeto”. Si tratta del Libro Verde, di cui abbiamo già parlato, con cui la Commissione europea ha fatto il primo passo verso l’istituzione di “un quadro strategico per le politiche in materia di cambiamenti climatici e energia da oggi al 2030″. Documento che fa il paio con un altro messo in consultazione, The 2015 International Climate Change Agreement: Shaping international climate policy beyond 2020 (pdf) sulle modalità con cui arrivare al 2015 ad un accordo di riduzione delle emissioni di gas serra.

L’Unione europea ha stabilito tre obiettivi per il 2020: ridurre le emissioni di CO2 del 20% rispetto ai livelli del 1990, produrre almeno il 20% di energia consumata attraverso l’impiego di fonti rinnovabili, raggiungere il 20% di risparmio elettrico con l’efficienza energetica. Un piano d’azione reso popolare grazie allo slogan “20-20-20”. Il nuovo target comunitario, però, non potrà essere “30-30-30”, perché secondo Hedegaard “non sarebbe sufficiente”. Ma quel che è certo è che l’obiettivo dovrà essere comunque vincolante per i 27. “Solo così – ha affermato il commissario per l’Energia, Gunther Oettinger – potrà essere davvero efficace “.

Secondo gli esperti della Commissione, l’Ue dovrebbe dunque impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030 e aumentare la quota di energie rinnovabili al 25%, anche se troppo basso come obiettivo a 10 anni dal 20% del 2020. Nel frattempo i target di efficienza energetica sono ancora in fase di definizione. Probabilmente la Commissione fa troppo affidamento su un rapido sviluppo della cattura e dello stoccaggio del carbonio (CCS) in Europa, una strategia che sembra voler far rassicurare anche i produttori tradizionali di fonti fossili, stabilizzando di fatto il mix energetico che verrà tra 16 anni. Ma su questo aspetto ci sarà battaglia. 

La strada dunque non sarà per niente in discesa. La Hedegaard non è mai stata in grado di ottenere consensi su una riduzione del 30% delle emissioni di gas serra entro il 2020. Le sue proposte si scontrano contro le posizioni di un gruppo di Paesi guidato dalla Polonia, dove il 95% di energia elettrica è prodotta, guarda caso, da centrali a carbone. Questi paesi sostengono ripetutamente (da noi anche alcune parti politiche di centro destra) che solo la UE si sia data dei target vincolanti, cosa che al contrario non hanno fatto né gli Stati Uniti né la Cina.

(fonti: Agenzia Dire e Commissione Europea).

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