Nuovi mercati. Il Medio Oriente scopre il fotovoltaico

I Paesi del Medio Oriente e Nord Africa si apprestano a sfruttare le immense risorse di energia solare. Mercati interessanti per il FV tanto che l'area entro due anni potrebbe rappresentare l'8% della domanda mondiale, spiega un report GTM Research. Il Paese più attraente è l'Arabia Saudita, che si impegna nel solare per risparmiare petrolio.

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I Paesi di Medio Oriente e Nord Africa si apprestano a sfruttare le loro immense risorse di energia solare e diventare così mercati molto interessanti per il fotovoltaico. L’area MENA entro due anni potrebbe infatti pesare per l’8% della domanda mondiale, installando 3,5 GW l’anno già al 2015. Lo prevede un report appena pubblicato da GTM Research. Le interessanti prospettive dell’area sono oggetto anche di un altro lavoro uscito in questi giorni, realizzato da PV Insider.

In generale l’area del Nord Africa e del Medio Oriente – ci aveva spiegato in una conferenza sui mercati emergenti tenutasi a settembre Michele Appendino di Solar Ventures – ha diversi aspetti positivi per chi fa tecnologie solari: nazioni giovani e in crescita economica con una grande fame di energia e una potenziale producibilità che in alcune aree arriva a 2.200 kWh per kWp installato. Investire in gran parte di questi Paesi però  – ci aveva messo in guardia –  non è ancora facile: i prezzi dell’elettricità sono spesso stracciati e, nonostante il grande bisogno di energia nelle ore di picco diurne nei confronti delle rinnovabili “c’è ancora una certa resistenza psicologica, vista la troppa vicinanza alle grandi risorse di idrocarburi”.

Una resistenza che sembra però affievolirsi nelle scelte di diversi Governi. Che anche ai Paesi produttori di petrolio convenga risparmiare l’oro nero, con cui alimentano gran parte delle loro centrali elettriche, e produrre elettricità con il fotovoltaico d’altra parte è noto: come dimostra uno studio di Bloomberg del 2011, il vantaggio economico c’era già con i prezzi del FV di 3 anni fa. La cosa è tanto più vera ora e per il futuro, con i prezzi del FV dimezzati e quelli del barile che sul lungo termine non potranno che aumentare.

Un concetto che sembra abbiano capito bene per esempio in Arabia Saudita: per non accelerare l’impoverimento delle risorse nazionali di greggio, il Governo ha lanciato un piano per arrivare entro il 2020 a soddisfare con il solare il 10% del fabbisogno elettrico e avere 41 GW di potenza entro il 2032, dei quali 25 da solare termodinamico e 16 da fotovoltaico. Verrà infatti da qui, secondo GTM Research, il 70% della domanda dell’area MENA al 2015.

Per gli stessi motivi, altri Paesi produttori di petrolio come Algeria e Qatar stanno puntando sul fotovoltaico, mentre Stati dell’area che il greggio lo importano, come Turchia, Marocco ed Egitto, stanno investendo nel fotovoltaico proprio per diminuire la loro dipendenza dall’estero.

Proprio la Turchia, secondo GTM Research, è il secondo mercato più attraente dell’area, dopo l’Arabia Saudita. Il Paese, come avevamo già raccontato, oltre ad avere un’ottima radiazione, mette a disposizione agevolazioni fiscali regionali che rendono vantaggioso creare imprese locali, una forma di incentivazione che stimola una logica non speculativa ma industriale. Algeria e Marocco, si prevede, vedranno invece un grosso aumento della domanda tra il 2018 e il 2020.

GTM Research – che si cautela sottolinenado quanto sia difficile fare previsioni in un’area così politicamente turbolenta – stila anche una classifica di attrattività per gli investimenti nel fotovoltaico: in testa come detto c’è l’Arabia Saudiata, al secondo posto la Turchia, seguono in ordine di attrattività Abu Dhabi, Marocco, Giordania, Dubai, Algeria, Egitto, Quatar, Kuwait, Oman e Bahrain.

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