Venerdì 25 settembre infatti la Giunta regionale del Lazio varerà una delibera per impugnare davanti alla Consulta la Legge Sviluppo che esautora le Regione di fronte alle decisioni circa l’energia atomica. Lo ha dichiarato Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio.
“La “Legge sviluppo”, ha detto Zaratti, prevede che ci sia un’unica opzione: quella dell’assenso alle centrali atomiche. Se la Regione decidesse di opporsi, infatti, scatterebbe il meccanismo di sostituzione da parte del Governo. In pratica il passaggio che prevede la legge con la conferenza unificata e con le popolazioni è solo una generica enunciazione di principio, poiché la scelta è obbligata facendo passare decisioni importanti sulla testa dei cittadini, con una scorciatoia assolutamente impraticabile”.
L’articolo 120 della Costituzione individua in maniera tassativa i casi in cui il Governo può esercitare i suoi poteri sostitutivi nei confronti delle regioni e degli enti locali che sono: il mancato rispetto di norme e trattati internazionali, e della normativa comunitaria; il pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica; la tutela dell’unità giuridica, economica e dei livelli essenziali delle prestazioni relative a diritti civili e sociali essenziali, come quelli della sanità.
“La forzatura sull’avventura nucleare per la localizzazione delle centrali nucleari, infine, rappresenterebbe un caso di inaudita gravità politica e sociale che spero non avvenga, perché ciò creerebbe uno scontro tra il Governo da una parte e gli Enti locali che rappresentano direttamente le popolazioni – conclude Zaratti. “Se si scegliesse il sito di Montalto di Castro- dice il rappresentante regionale -, si andrebbe contro alla nuova vocazione di quel territorio. Nell’alto Lazio infatti si stanno realizzando impianti a energia rinnovabili per oltre 200 MW. Inoltre, per far passare l’opzione nucleare si potrebbero dichiarare i siti “aree d’interesse strategico nazionali” militarizzandoli e ponendo addirittura il segreto di Stato. Cosa succederebbe in caso d’incidente se la zona è militarizzata e coperta da segreto di Stato? Come si potrebbero comunicare alle popolazioni i piani d’evacuazione, previsti dalla legge per tutti gli impianti a rischio d’incidente rilevante, comprese le centrali nucleari? Siamo sicuri che le aziende energetiche nucleari, protette dal segreto di stato e militare, si atterrebbero alle leggi in materia di corretto smaltimento delle scorie? Non sono solo ipotesi. Basta vedere cosa succede nella nazione più nuclearista del Mondo, la Francia, nella quale dopo ogni incidente di fuoriuscita di materiale radioattivo è sempre difficilissimo, per l’opinione pubblica, sapere la vera entità dei danni”.
23 settembre 2009