La domanda di energia elettrica in California è attualmente di circa il 40% inferiore rispetto alla media nazionale statunitense. Negli ultimi 35 anni, rileva lo studio, le politiche di efficienza energetica hanno creato 1,5 milioni di posti di lavoro, producendo reddito per oltre 45 miliardi di dollari e fatto risparmiare sulle bollette altri 56 milardi. Se la California non si fosse mossa nella direzione dell’efficienza energetica da oltre trent’anni, rileva l’economista, ora sarebbe molto più vulnerabile di fronte alla crisi economica.
Un ulteriore incremento dell’efficienza energetica dell’1% annuo, così come viene proposto dalle leggi che entreranno in vigore tra due mesi, farebbe aumentare il prodotto interno lordo dello stato californiano di circa 76 miliardi di dollari, creerebbe reddito per 48 e darebbe lavoro a circa 403mila persone.
La differenza fondamentale tra spendere i propri soldi in efficienza energetica, anziché in fonti fossili, è che la filiera delle tecnologie per l’efficienza e le rinnovabili è più distribuita e ha un’effetto moltiplicatore sulla creazione di posti di lavoro. “Un dollaro speso in efficienza e rinnovabili – spiega un altro economista di Berkley, Daniel Kammen – crea da 3 a 5 volte più lavoro dello stesso dollaro speso in investimenti sulle fonti fossili; allo stesso modo riciclare i rifiuti crea 10 volte più posti di lavoro che smaltirli in discarica”.
GM