L’Enel tra chi emette di più

  • 27 Maggio 2008

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Tra i partecipanti all'emission trading europeo, sono i grandi dell'energia ad emettere di più. Enel prima nell'eccesso di emissioni rispetto ai crediti assegnati. A livello di paese l'Italia sfora, mentre l'Europa nel complesso emette meno rispetto ai permessi allocati.

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C’è anche Enel in testa alla classifica di chi emette più gas serra in Europa, lo dicono i dati di Carbon Market Data, società che fa ricerca sul mercato delle emissioni. A dividere con Enel il poco onorevole podio dei più grandi emettitori altre due grandi dell’energia: la tedesca RWE – che nel 2007 ha una capacità di 44,5 GW di cui più della metà a partire da carbone e lignite – è al primo posto con 151 milioni di tonnellate di CO2 emmessa, seguita da Enel con 97 e da E.ON con 91.

Prima assoluta Enel lo è invece nella classifica di chi ha sforato di più rispetto alle quote di emissioni assegnate: ha emesso 17 milioni di tonnellate di CO2 in più, mentre E.ON dovrà ricorrere all’acquisto di crediti per 10 Mt, come pure la spagnola Union Fenosa (che però deve ancora fornire i dati definitivi).
Enel dovrà dunque fare grande ricorso ai meccanismi di compensazione previsti dal protocollo di Kyoto per rispettare i suoi impegni verso l’Emissions Trading Scheme europeo. Secondo i dati delle Nazioni Unite la società italiana ha al momento investito in 47 progetti del Clean Development Mechanism (CDM, il sistema che permette di acquisire crediti investendo in progetti che riducano le emissioni in altre parti del mondo) che dovrebbero renderle al 2012 crediti per 102 milioni di tonnellate di CO2.

A livello di paese quelli che sono “in debito”, cioè che nel 2007 hanno emesso di più rispetto ai permessi allocati, sono sette, mentre nel complesso dell’Unione Europea si sono emesse 7,5 Mt di CO2 in meno rispetto ai permessi distribuiti gratuitamente. L’Italia è al terzo posto, dopo Gran Bretagna e Spagna che sono le nazioni che più hanno ecceduto rispetto ai permessi assegnati: 13 Mt di anidride carbonica in più; seguono Grecia, Danimarca, Irlanda e Slovenia.

Le emissioni dei settori sottoposti all’ETS a livello assoluto, invece, secondo i dati presentati dalla Commissione Europea, sono calate in Italia dello 0,5%, in controtendenza all’incremento registratosi a livello europeo dello 0,67% rispetto al 2006. Incremento, quello europeo, che comunque è nettamente inferiore alla crescita del 2,8% del Pil complessivo dell’Ue registrata lo scorso anno. “Il sistema di scambio delle quote sta cominciando a dare i suoi frutti – ha commentato Stavros Dimas, commissario europeo all’Ambiente.
Secondo i dati di Carbon Market Data c’è stato comunque un aumento medio delle emissioni per impianto, pari all’1,13%; l’incremento, per la società di ricerca, è da ricondursi al crollo del prezzo della CO2 registrato durante il 2007 che ha neutralizzato anche gli effetti di un clima più mite rispetto agli anni passati..

GM

26 maggio 2008

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