Il documento, ottenuto dalla Associated Press, doveva essere inviato alle Nazioni Unite oltre un anno fa ai fini del monitoraggio dei cambiamenti climatici, ma, come sembra, la sua pubblicazione sarà largamente posticipata.
Il rapporto stima che le emissioni dei gas a effetto serra cresceranno negli USA da 7,7 miliardi tonnellate del 2000 a 9,2 miliardi di tonnellate nel 2020 (+19,5%).
Oggi gli Stati Uniti producono circa un quarto delle emissioni mondiali di anidride carbonica e di altri gas responsabili del riscaldamento globale, ma come è risaputo Bush rifiutò la ratifica del protocollo di Kyoto che prevedeva una minima riduzione delle emissioni, per i paesi industrializzati, pari in media al 5% entro il 2012 rispetto ai livelli del 1990.
Il Consiglio della Casa Bianca per la qualità ambientale, responsabile della bozza del rapporto, ha dichiarato che nella versione finale esso dimostrerà come le azioni, e il relativo impegno finanziario, intrapreso fin qui dall’attuale amministrazione in questo ambito stia funzionando.
La politica federale ai fini delle riduzioni delle emissioni finora si è limitata solo a indicare obiettivi volontari; al contrario, alcuni Stati si stanno muovendo indipendentemente e con target molto impegnativi. E’ il caso della California che intende perseguire l’obiettivo di portare le emissioni del 2020 ai livelli del 1990, ma anche di ridurle dell’80% entro il 2050.
Le forti critiche degli ambientalisti alle scelte di Bush in campo ambientale si concretizzeranno il prossimo 14 aprile allorché manifesteranno in diverse città americane per chiedere un taglio delle emissioni dell’80% entro il 2050.
LB
5 marzo 2007