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Controlli GSE 2016, numeri in aumento

L'applicazione del Decreto Controlli, che dà una certa discrezionalità al GSE, sta portando problemi per molti operatori: si pagano errori fatti anche in buona fede, purtroppo non riconosciuta dalla legge. Un contributo di MC Energy.

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Nonostante siano già passati 3 anni dall’emanazione del Decreto Controlli, i numeri relativi alle attività di controllo e verifica del GSE risultano ancora poco conosciuti e purtroppo sottovalutati.

Il 31 Gennaio 2014, il Decreto Controlli ha introdotto una disciplina organica per il controllo e le sanzioni in materia di incentivi nel settore delle energie rinnovabili, individuando le modalità organizzative e operative dei controlli e la lista delle violazioni rilevanti. I controlli effettuati e disposti dal GSE “sono volti alla verifica della sussistenza o della permanenza dei requisiti soggettivi e oggettivi e dei presupposti per il riconoscimento o il mantenimento degli incentivi”(DM 31/01/2014, art. 1 comma 2), e riguardano tutti gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che percepiscono un incentivo erogato dal GSE, di qualsiasi tipologia, potenza e Conto Energia.

Le violazioni

Il repentino sviluppo del fotovoltaico nel nostro paese ha generato una vera e propria “corsa agli incentivi” che ha avuto come effetto collaterale quello di lasciarsi alle spalle tante irregolarità e situazioni d’ombra a livello tecnico-burocratico, che stanno cominciando ad emergere con esiti spesso drammatici per i produttori di energia che vedono compromesso il proprio investimento.

Dai soli accertamenti eseguiti nell’anno 2016, sono state accertate 961 violazioni relative ad impianti fotovoltaici (dato riferito ai 1.600 procedimenti terminati nell’anno 2016), che hanno portato alla conclusione negativa di 501 procedimenti di verifica.

Confrontando l’elenco delle violazioni rilevate negli anni passati (2014-2015, stiamo ancora aspettando di conoscere il numero di violazioni rilevanti e minori del 2016) le tipologie sono aumentate e ci aspettiamo un ulteriore aumento con i dati relativi al 2016, o comunque l’introduzione di tipologie diverse da quelle già precedentemente individuate.

Questa discrezionalità è prevista dal Decreto Controlli stesso in quanto, anche se l’allegato 1 del Decreto elenca le violazioni rilevanti riscontrabili in seguito all’attività di controllo, il GSE può, a sua discrezione, individuare un’ulteriore lista di violazioni rilevanti, equiparabili a quelle elencate. Da sottolineare, inoltre, che l’allegato 1, essendo molto generico e individuando delle semplici macro-categorie, non esaurisce le possibili violazioni previste.

Infine, l’introduzione delle nuove “Regole per il mantenimento degli incentivi in conto energia”, pur creando un’opportunità per i produttori del settore fotovoltaico, che finalmente hanno un riferimento normativo chiaro su cui basarsi per apportare modifiche al proprio impianto, potrebbe aver aperto la porta a nuove e diverse tipologie di violazioni non prese in considerazione finora.

Le conseguenze

Le principali conseguenze in seguito ai controlli del GSE, come disposto dall’art. 11 del Decreto Controlli, sono:

  • la sospensione degli incentivi;
  • la decadenza degli incentivi;
  • l’integrale recupero delle somme già erogate;
  • la rideterminazione dell’incentivo.

Dal punto di vista economico, in base agli accertamenti effettuati nell’anno 2016, sono stati accertati importi indebitamente percepiti per un valore pari a 183,3 milioni di €, di cui 106,9 milioni di € riferiti al solo fotovoltaico. I mancati esborsi per il periodo residuo di incentivazione o a vita intera, sono stati pari a 402,6 milioni di €, riferiti al solo segmento fotovoltaico.

Trovarsi di fronte ad una sentenza di decadenza dell’incentivo, con conseguente recupero di quanto indebitamente percepito, ha a sua volta molteplici conseguenze per i produttori del settore fotovoltaico. L’unica nota positiva in questa situazione è la possibilità di accordarsi con il GSE per soluzioni di pagamento dilazionato.

I contenziosi

Nel 2016, ma in continuità con i procedimenti avviati negli scorsi anni, una delle problematiche che ha portato all’apertura di numerosi ricorsi presso i giudici amministrativi ha riguardato la certificazione di provenienza da paesi europei di pannelli installati su impianti fotovoltaici.

Come riportato nel report delle attività del GSE del 2016, a seguito di indagini svolte sono emersi casi, su tutto il territorio nazionale, in cui le certificazioni di produzione europea presentate in fase di qualifica sono risultate essere false, non corrispondenti ai pannelli installati o non riconducibili a uno specifico sito di produzione europeo.

Numerosi contenziosi sono sorti per tutti quegli impianti che dovevano essere tassativamente completati entro una certa data, a cavallo del passaggio da un Conto Energia ad un altro, soprattutto per gli impianti incentivati secondo la Legge 129/10, cosiddetta Salva Alcoa.

Anche i ricorsi basati sulle tardive disposizioni del GSE (riguardanti la decadenza o la sospensione dell’incentivo) hanno avuto esito negativo per i produttori, in quanto è stata chiaramente stabilita la specialità dei provvedimenti del GSE rispetto ad un provvedimento della pubblica amministrazione.

Concludendo, il GSE, pur giustamente effettuando controlli sugli impianti fotovoltaici incentivati, sta creando non poche difficoltà nel settore. Coloro che hanno investito nel fotovoltaico si trovano ora a dover pagare i conti con errori fatti anche in buona fede, che purtroppo non viene riconosciuta dal GSE.

(Nota a cura di MC Energy, pubblicata su QualEnergia.it nell’ambito di un accordo commerciale con l’azienda. MC Energy  è leader nelle verifiche documentali e tecniche preventive al controllo GSE, finalizzate al mantenimento degli incentivi. Per maggiori informazioni si visiti il sito www.mcenergy.it/controlli-gse.php o si scriva a [email protected])

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