Clima ed energia, ma occhio ai costi

  • 14 Febbraio 2008

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Parola d'ordine dei Ministri dell'Economia e delle Finanze UE: favorire l'economia a basso contenuto di carbonio ma renderla compatibile con la competitività dell'Unione europea. Una visione solo di breve periodo?

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“Il passaggio ad una economia a basso contenuto di carbonio sia compatibile con la competitività dell’UE”. Lo hanno dichiarato i Ministri dell’Economia e delle Finanze dell’UE, riuniti martedì 12 febbraio a Bruxelles per il Consiglio Ecofin che ha affrontato anche i temi del riscaldamento globale e delle politiche energetiche. Nel documento finale (vedi allegato) i ministri hanno ribadito che “combattere il cambiamento climatico è una priorità economica tanto quanto ambientale”.

Oggetto della discussione dunque “l’efficienza degli strumenti economici per l’energia e i cambiamenti climatici”, in particolare il pacchetto di misure proposte recentemente dalla Commissione Europea per creare un quadro legislativo che permetta di perseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra che l’UE si è data per il 2020.

Riprendendo le analisi dell’Ipcc, il gruppo Ecofin ha sottolineato che l’inazione verso i mutamenti del clima potrebbe avere un costo molto superiore rispetto a quelli necessari per attivare politiche e interventi per la sua mitigazione che vengono stimati fino al 3% annuo del prodotto interno lordo mondiale entro il 2030.
Tuttavia i ministri dell’economia chiedono un pieno controllo degli impatti economici delle misure su clima ed energia e, in particolare, dei loro effetti sulla distribuzione del reddito, la politica fiscale e le finanze pubbliche. A questo proposito il Consiglio Ecofin, in questo suo documento conclusivo, auspica che tutte le politiche ambientali, quando richiedano ingenti budget, debbano essere concordate con i ministeri dell’economia e delle finanze.
I Ministri con questo documento hanno fornito il loro contributo alla preparazione del prossimo Consiglio Europeo (13-14 marzo 2008).

Per affrontare la sfida senza compromettere l’economia, secondo i ministri, servirebbero strumenti di mercato efficaci e flessibili, che tengano d’occhio anche i costi. Nel breve periodo, ad esempio, si considera più conveniente dal punto di vista dei costi lavorare sull’efficienza energetica, mentre considerano che l’incremento della quota delle rinnovabili sia più oneroso, anche se concordano che i costi di queste tecnologie tendono a ridursi nel tempo.
Questa impostazione merita una puntualizzazione critica. Se da un punto di vista strettamente economico questo approccio dei ministri economici è accettabile, benché quasi lapalissiano, dal punto di vista strategico ha invece poco senso e mette troppo l’accento sugli impegni economici a breve, una visione spesso incompatibile con simili questioni. Va detto inoltre che qualsiasi politica energetica che voglia incidere concretamente sulla riduzione dei gas serra non può reggersi su una sola gamba: efficienza energetica e investimenti nelle fonti rinnovabili dovrebbero andare sempre di pari passo e diventare, per così dire, sinergici tra loro. Un’analisi dei costi nel breve periodo dovrebbe essere integrata anche dai benefici nel medio e lungo periodo apportati da investimenti nel settore dell’energia verde; pensiamo agli effetti sullo sviluppo di nuove industrie hi-tech, al rientro nelle casse dello stato di nuovi introiti fiscali e alle ricadute occupazionali.

Tra i punti importanti in discussione anche l’EU ETS (Emissions Trading Scheme), che la recente proposta della Commissione modificherebbe con l’intento di semplificarne lo schema e migliorarne l’efficacia, ma anche la valutazione dei costi complessivi delle proposte legislative della Commissione, i meccanismi flessibili e un mercato del carbonio globale.

I Ministri hanno espresso parere concorde inoltre, sull’importanza di raggiungere un mercato interno dell’elettricità e del gas perfettamente funzionante, competitivo e interconnesso. Sottolineando che la competitività dell’industria europea deve essere assicurata, i Ministri hanno evidenziato la necessità di affrontare la questione relativa alle industrie energetiche altamente intensive che sono esposte alla concorrenza internazionale.

14 febbraio 2008

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