Fotovoltaico: 1,4 nuovi GW nel primo trimestre 2025

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I dati Italia Solare: flessione del 16% rispetto allo stesso periodo 2024. A trainare è l’utility scale con 684 nuovi MW, mentre lo storage segna +635 MWh.

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Da gennaio a marzo di quest’anno l’Italia ha fatto registrare nuovo fotovoltaico per 1.432 MW e 56.621 nuovi impianti.

Il dato è in flessione del 16% in termini di potenza e del 39% in termini di installazioni rispetto allo stesso periodo del 2024.

È quanto rileva Italia Solare elaborando dati Terna al 31 marzo 2025, ricordando che nel nostro mercato sono stati installati complessivamente 38,5 GW di fotovoltaico, per 1.935.509 impianti.

Andando nel dettaglio delle categorie, il residenziale (fino a 20 kW), pur coprendo il 24% della nuova potenza connessa con 341 MW, sì è stabilizzato su volumi molto inferiori rispetto all’era del Superbonus, ma nettamente superiori agli anni precedenti il maxi incentivo.

Il commerciale e industriale (da taglie maggiori di 20 kW fino a un 1 MW) segna invece un brusco rallentamento per effetto ritardato del blocco vissuto nell’attesa di Transizione 5.0.

Al momento, comunque, il C&I rappresenta il 28% della nuova potenza FV installata nel primo trimestre 2025, con 407 MW per 3.008 impianti.

Infine l’utility-scale, cioè oltre 1 MW,  garantisce il 48% della crescita nel trimestre con 684 MW per 131 impianti, in aumento rispetto ai 553 MW per 133 impianti dello stesso periodo 2024.

Da un punto di vista strettamente geografico, il Lazio guida la classifica delle nuove connessioni fotovoltaiche con 293 MW, seguito dalla Lombardia con 162 MW e dalla Puglia con 140 MW.

La situazione dello storage

Per quanto riguarda i sistemi di accumulo la situazione non è univoca. Se da un lato, infatti, rallenta del 49% l’installazione di batterie domestiche abbinate al fotovoltaico nel primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo 2024 (40.000 sistemi per 497 MWh di capacità e 266 MW di potenza realizzati), dall’altro il segmento stand-alone di grande taglia cresce (6 impianti per 138 MWh e 49 MW connessi, arrivando così a 36 installazioni complessive in Italia).

Nel mezzo ci sono gli accumuli C&I associati a impianti FV non residenziali, come segnala Italia Solare. In particolare, da gennaio a marzo di quest’anno sono stati aggiunti 43 MWh di capacità e 23 MW di potenza, per 949 accumuli, cioè +25% di capacità rispetto al dato registrato nel primo trimestre 2024 (31 MWh).

Passando ai dati complessivi, l’Italia ha ad oggi connesso 13.682 MWh di accumuli elettrochimici, per una potenza di 5.913 MW, dove il 70% è rappresentato da sistemi abbinati a impianti fotovoltaici e il 30% da impianti stand-alone. Rispetto alla fine del primo trimestre 2024, dunque, si registra un +30% considerando il segmento accumulo più FV e un +541% considerando il solo stand alone.

Le valutazioni di Italia Solare su fotovoltaico e accumuli

Il rapporto dell’associazione è accompagnato da alcune considerazioni sui numeri del settore. Nel caso del fotovoltaico residenziale, ad esempio, “la domanda resta comunque solida ed è da attribuire, con buona probabilità, alla riduzione dei costi degli impianti, alla maggiore consapevolezza degli utenti sui vantaggi del FV e, di conseguenza, alla crescente attenzione all’autoconsumo”.

Secondo il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini, “1,82 milioni sono gli impianti sotto i 20 kW. Dall’analisi dei dati Enea e Mef si può considerare un totale stimato di 15 milioni di case, di cui 3 milioni sono i condomini”.

Immaginando “una quota minoritaria di questi impianti installati su coperture di edifici del terziario e di aziende agricole, significa che almeno il 10% circa degli edifici residenziali italiani ha un impianto fotovoltaico”.

Inoltre “è interessante sottolineare che il 42% di questi impianti ha un sistema di accumulo. È la prova che gli italiani hanno raggiunto la consapevolezza di un fotovoltaico affidabile ed essenziale per assicurare i prezzi dell’energia. Oggi, senza Superbonus, le connessioni mensili rimangono stabilmente oltre 5 volte le connessioni mensili del 2020, periodo pre-Superbonus. Quello che serve è mantenere la detrazione fiscale al 50% e non ridurla, come previsto al 36% a partire dal 2026”.

Per quanto riguarda il C&I, invece, “più che misure ad hoc, stop and go, che destabilizzano il mercato, serve un meccanismo strutturale e rotativo in forma di garanzia alle banche per il finanziamento degli impianti dedicati all’autoconsumo diretto e diffuso, che solleciti le imprese a investire su ciò che non è il loro core business”.

Il segmento FV utility scale, infine, “si conferma centrale per la crescita complessiva, oltre che per l’abbassamento dei costi delle bollette e il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici nazionali”.

Il commento sullo storage è affidato a Fabio Zanellini, coordinatore del gruppo di lavoro accumuli di Italia Solare.

“Il comparto ha ormai consolidato la sua struttura industriale, con l’entrata in esercizio degli impianti utility scale stand alone e la loro attivazione su tutte le tipologie di mercato, sia dell’energia sia dei servizi. A fronte di un rallentamento del settore residenziale, sta crescendo il segmento C&I, a conferma della diffusa consapevolezza che il connubio fotovoltaico e accumulo è la soluzione ottimale per l’autoconsumo”.

A questo punto “occorre lavorare ancora sul contributo che gli accumuli diffusi possono dare al bilanciamento del sistema e alla gestione delle reti di distribuzione; soprattutto in quest’ultimo caso occorre estendere la sperimentazione ed evolvere la regolazione in modo che i distributori possano effettivamente utilizzare la flessibilità locale, già così diffusa”.

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