Il Renewable Energy Report 2020 (RER20) presentato da Energy Strategy Group (osservatorio del Politecnico di Milano) lo scorso 24 giugno, evidenzia come la fase attuale rappresenti un vero giro di boa per lo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Questo è vero in particolare per la fonte solare, al quale il PNIEC assegna un ruolo chiave per raggiungere la quota italiana degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti per il 2030 in sede europea.
Ricordiamo infatti che il fotovoltaico italiano – attualmente 20,8 GW di potenza installata – nel 2030 dovrà garantire 73,1 TWh con un installato di almeno 52 GW.
L’andamento previsto richiede un decisivo aumento del tasso di crescita da qui al 2025 e una vera impennata dal 2025 al 2030.
Una grande sfida che non può essere vinta se non si attuano politiche efficaci di indirizzo e agevolazione mirate alla crescita delle installazioni, sia per i grandi impianti a terra, sia per gli impianti a tetto realizzati in ottica di autoconsumo.
Un secondo, e non meno importante, requisito per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 è legato alla gestione degli impianti attualmente in esercizio di cui la maggioranza (oltre 16 GW) installati prima della fine del 2012.
Il parco fotovoltaico esistente è quindi anch’esso al giro di boa. È indispensabile attuare strategie di gestione degli impianti improntate a mantenerne l’efficienza e ad allungarne la vita per evitare che al 2030 lo sforzo di installazione di nuova potenza installata venga vanificato dalla perdita della potenza degli impianti giunti a fine vita.
Per questo motivo diventano strategici gli interventi di revamping sugli impianti esistenti:
- aumento dell’efficienza degli impianti esistenti nel caso di situazioni sottoperformanti
- allungamento della vita degli impianti in esercizio con sostituzione di componenti e gestione oculata delle garanzie
- aumentare la potenza a parità di spazi occupati con la sostituzione di componenti tecnologiche (a parità di superficie installata oggi, grazie alla evoluzione tecnologica di pannelli e inverter, si riesce ad ottenere una potenza quasi doppia)
- definizione di modelli adeguati alla gestione delle componenti prossime al fine vita e/o sottoposte a maggiore usura e miglioramento dei sistemi di controllo.
Questi interventi hanno il duplice obiettivo di salvaguardare:
- la potenza installata contribuendo al raggiungimento degli obiettivi digenerazione elettrica da fonti rinnovabili
- gli investimenti fatti mantenendo elevati i loro rendimenti
Un prerequisito importante per evitare il downshift nel 2030 è l’attenzione dei policy maker alla semplificazione degli iter autorizzativi, in particolare per quanto riguarda gli interventi di repowering.
All’interno del RER20 sono stati affrontati questi temi con approfondimenti su un’ampia e diversificata casistica che ha confermato i buoni rendimenti finanziari degli investimenti in soluzioni di revamping derivanti dal calo drastico dei costi della tecnologia (oggi circa un decimo di quelli del 2010).
Nel grafico proposto nel Renewable Energy Report 2020, alcuni esempi di Tasso Interno di Rendimento (IRR) di nuovi impianti e interventi di revamping.
A riprova di questo analisi, anche Energy Intelligence mette a disposizione una propria case history (allegata in basso), riguardante l’operazione di revamping FV per il Fondo di investimento green Italiasolar Due Sas di Italiasolar Energia Srl (Bolzano).
Infatti, questi interventi di ottimizzazione e revamping oltre a consentire un aumento del 10% della Performance Ratio dell’impianto, hanno generato un aumento dei ricavi di circa 500.000 euro entro il fine vita dell’impianto fotovoltaico.
- Case history sul sito di Energy Intelligence (per i dettagli vedi formato pdf)