Leggi l’articolo sulla rivista QualEnergia
Le Ferrovie italiane hanno presentato il Piano Industriale 2019-2023, che procede nel solco di quello vigente.
Le parole chiave sono il potenziamento del trasporto pendolari, più qualità del servizio e treni nuovi in arrivo, collegamenti con gli aeroporti, riqualificazione delle città e intermodalità, robusti investimenti sulla rete, crescita del trasporto merci.
Ricordiamo che Fs è anche proprietaria di Anas e che ha in mano il dossier Alitalia: speriamo che non siano investite inutilmente risorse nel trasporto aereo invece che nei servizi pendolari metropolitani e regionali.
Secondo il Piano Fs, il trasporto urbano su ferro sarà ridisegnato con cinque nuove tipologie di servizio, caratterizzate da specifiche frequenze che nelle ore di punta arriveranno a 8’ per i servizi urbani, 30’ per suburbani e interregionali, 60’ per regionali e 15’ per i collegamenti con gli aeroporti.
Previsto anche un nuovo ruolo di Fs Italiane per la riqualificazione delle città con il potenziamento dei nodi ferroviari, la rigenerazione degli spazi e interventi per migliorare la mobilità in ambito urbano.
Per raggiungere quest’obiettivo il Gruppo investirà 5,3 miliardi di euro con una valorizzazione del patrimonio pari a 1,9 miliardi di euro.
Sono duemila i nuovi mezzi in arrivo con treni, bus, locomotori e carri merci, per una flotta giovane ed efficiente, migliorando sia gli spostamenti per lavoro, studio, tempo libero, turismo sia per la logistica merci. Una parte consistente di nuovi mezzi sarà dedicata al trasporto locale con 600 treni regionali, anticipando al 2023 la consegna di 239 convogli, e 1.421 bus di cui oltre 500 a ridotte emissioni (elettrici/ ibridi/a metano).
Sono 714 carri e 100 locomotori di nuova generazione necessari per sostenere la crescita della quota mondiale nel trasporto merci.
Altro fondamentale obiettivo dichiarato del Piano è un forte incremento degli indici di puntualità, cui sono dedicati 5,5 miliardi di euro di investimenti, con l’obiettivo di aumentare la puntualità di cinque punti percentuali nel trasporto regionale e dieci in quelli a mercato come l’Alta Velocità. In verità sarebbe più necessario il contrario secondo il nostro giudizio.
Gli investimenti del Piano industriale 2019-2023 sono dedicati principalmente alle infrastrutture: 42 miliardi di euro, di cui 28 per le opere ferroviarie e 14 per le strade; 12 miliardi (di cui l’88% con risorse di Gruppo) per nuovi treni e bus, 2 miliardi per le metropolitane, 2 miliardi per i servizi Information Technology.
In totale, trasversali a tutti i settori, oltre 6 miliardi di euro per tecnologie e digitalizzazione, a conferma della strategia di innovazione sposata da Fs, che nel Piano parla di robotica e droni, Internet of Things, intelligenza artificiale e blockchain.
Proseguono la loro corsa anche le grandi opere strategiche come il Terzo Valico, il Brennero, la Brescia-Verona-Padova, le tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. Proprio al Sud, per le infrastrutture sono destinati 16 miliardi di euro nell’arco di Piano. Di questi, radiografando gli investimenti Anas, i progetti stradali riguardano l’A2 Autostrada del Mediterraneo, la Strada Statale Jonica e l’A19 Palermo-Catania.
Nel Piano Fs c’è attenzione anche al turismo: previsti venti milioni di turisti stranieri in più in treno, grazie a servizi dedicati, alla combinazione di mobilità integrata con biglietti unici e proposte per esperienze di viaggio personalizzate.
Un Piano dunque pieno di buoni obiettivi per il futuro del trasporto ferroviario in Italia, che adesso speriamo si trasformi in servizi reali di trasporto all’utenza.
L’articolo è stato pubblicato sul n.3/2019 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo “Binario futuro”